Piazza Brin e il ‘caso’ dominicani. Film di Tassara sulla "città caliente"

Reportage per documentare la più grande comunità caraibica d’Italia

Il reportage di Francesco Tassara all’Umbertino

Il reportage di Francesco Tassara all’Umbertino

La Spezia, 23 febbraio 2015 - Ottomila chilometri è più o meno la distanza in linea d’aria che separa Spezia dalla Repubblica Dominicana. “8000 chilometri da casa” è il titolo del film che il giovane regista spezzino Francesco Tassara, 29 anni, ha girato in città offrendo uno spaccato della comunità dominicana, la più grande d’Italia, oltre cinquemila cittadini, cresciuta fin dai primi arrivi in riva al Golfo all’inizio degli anni ’90. Un reportage che ha portato l’ha portata a raccontarsi davanti alla cinepresa, a volte con simpatici e coloriti aneddoti tipici della popolazione “caliente”, e a volte con riflessioni particolarmente intense, affinché, in futuro, possa rafforzarsi sempre più la coesistenza. Cuochi, operai, badanti, ma anche commercianti, artigiani e ristoratori sono le occupazioni che hanno consentito a tanti caraibici di inserirsi nella nostro tessuto lavorativo.

Concentrando le residenze principalmente nel quartiere Umbertino. E’ lì che Tassara ha portato la sua troupe per il video di 80 minuti. I temi affrontati sono molti, dall’arrivo in Italia alla ricerca del lavoro, dalle problematiche legate alla disoccupazione, all’aspettativa sul futuro, dalla nostalgia del proprio Paese alla cultura, la musica, lo sport e il tempo libero. Il film sarà presentato al pubblico in anteprima assoluta, con ingresso gratuito, sabato 28 febbraio alle 16,30 al Centro Allende di via Mazzini, in occasione della festa della ricorrenza dell’indipendenza della Repubblica Dominicana. Saranno presenti, oltre alle autorità locali, Mercedes Brito Veras, console generale della Repubblica Dominicana in Genova, Maria Peralta, responsabile della comunità dominicana spezzina, e l’associazione dominicana in La Spezia “Juan Pablo Duarte”.

Il film documenta la presenza della comunità dominicana che sta sempre più diventando un fenomeno sociale: sono nati diversi circoli e discoteche in cui è possibile conoscere e ascoltare la musica caraibica; nelle scuole, i ragazzi nativi italiani, imparano lo spagnolo chiacchierando coi loro compagni d’oltreoceano; fino ad arrivare a molti episodi di semplice amicizia e matrimoni misti. Il regista è rimasto colpito dalla nostalgia che quasi tutti i dominicano-spezzini hanno del loro Paese. "In tutte loro case che ho visitato – osserva campeggia la bandiera nazionale dominicana. Il loro approccio alla vita è diverso rispetto al nostro. Nelle interviste qualcuno ha addirittura sottolineato la mancanza di quelle interruzioni di corrente che li costringevano a correre nei locali pubblici o dal vicino per vedere finire la telenovelas".