La Spezia, 27 gennaio 2015 - IL BOCCONE è amaro per tutti, il coro delle voci ‘contro’ vibra un secco «no» all’unisono. Tuonano gli esercenti del centro storico: un ‘popolo’ di commercianti annichilito, arrabbiato, per via di quel regolamento comunale, in vigore ormai dal 2009, che prevede di far togliere e smontare i dehors dal 10 aprile al 15 ottobre. Lo spauracchio della ‘demolizione’ delle strutture, dunque, si avvicina a spron battuto: sei mesi senza quei fazzoletti di suolo pubblico piazzati davanti ai locali e costati un occhio nella testa. Veri e propri giardinetti al coperto arredati con tutti i crismi: alcuni con sedie in pelle, altri con poltroncine e divanetti in vimini, parquet tirati a lucido, stufe in pellet, faretti a led. Il tutto per creare un ambiente raffinato e confortevole a misura di cliente. Il mal di pancia dei commercianti è profondo e si fa sentire. E le motivazioni sono per tutti più o meno le stesse: in primis l’assurdità di smantellare installazioni, la maggior parte delle quali molto complesse - essendo realizzate interamente in acciaio e vetro - che non comporta altro che spese folli e disagi alle stelle. «Costi – attaccano gli esercenti - che vanno solo ad aggiungersi a quel gran bel tappeto di versamenti fissi che ogni mattina, al tirar su della saracinesca, ci troviamo già spalmati sul bancone: per capirsi, le stangate per rifiuti, suolo pubblico, acqua, luce, gas e via discorrendo...». In molti preferiscono incorrere nel rischio di una multa piuttosto che pagare una ditta per lo smontaggio delle strutture.
«BEH –proseguono alcuni ristoratori – meglio una sanzione piuttosto che pagare lo smantellamento. Per non dire del fatto che non tutti abbiamo a disposizione un magazzino per depositare il materiale. E vogliamo parlare del rischio che, a suon di montare e smontare, queste strutture si potrebbero anche sciupare? Chi ce le ripaga poi? Il Comune? Sono realizzate con centinaia di viti e chiodi; basta perderne qualcuno ed è il caos. Insomma non è un gioco da ragazzi. L’amministrazione comunale deve capirlo bene e deve venirci incontro. Paghiamo già il suolo pubblico, che non è una cosa da poco».
I COSTI della realizzazione di un dehors sono davvero ballerini e strabilianti: dai 20mila fino ai 45mila euro. «Quanto acquistare un garage», lamentano i commercianti. I più ‘fortunati’ sono gli esercenti che hanno i locali sulle strade considerate ad alta densità di traffico. Per loro non è prevista alcuna azione di smontaggio dei dehors perché c’è una deroga comunale che prevede il loro mantenimento proprio in virtù del fatto che sono installarti su strade o viali dove passano molte vetture. «Così - spiegano gli esentati dallo smontaggio - per evitare che i clienti mangino la polvere, abbiamo la possibilità di chiedere al Comune una deroga per tenere in piedi le strutture. Basta chiederla entro marzo, altrimenti arriva la multa». Il countdown è partito e la battaglia-dehors sta per cominciare.
Serena Valecchi