Mercoledì 24 Aprile 2024

Dehors al vetriolo, l'ira dei commercianti: "Folle doverli smontare"

Un regolamento, in vigore dal 2009 prevede che i ‘giardinetti’ siano disinstallati dal 10 aprile al 15 ottobre

La nostra cronista Serena Valecchi mentre intervista alcuni esercenti

La nostra cronista Serena Valecchi mentre intervista alcuni esercenti

La Spezia, 27 gennaio 2015 - IL BOCCONE è amaro per tutti, il coro delle voci ‘contro’ vibra un secco «no» all’unisono. Tuonano gli esercenti del centro storico: un ‘popolo’ di commercianti annichilito, arrabbiato, per via di quel regolamento comunale, in vigore ormai dal 2009, che prevede di far togliere e smontare i dehors dal 10 aprile al 15 ottobre. Lo spauracchio della ‘demolizione’ delle strutture, dunque, si avvicina a spron battuto: sei mesi senza quei fazzoletti di suolo pubblico piazzati davanti ai locali e costati un occhio nella testa. Veri e propri giardinetti al coperto arredati con tutti i crismi: alcuni con sedie in pelle, altri con poltroncine e divanetti in vimini, parquet tirati a lucido, stufe in pellet, faretti a led. Il tutto per creare un ambiente raffinato e confortevole a misura di cliente. Il mal di pancia dei commercianti è profondo e si fa sentire. E le motivazioni sono per tutti più o meno le stesse: in primis l’assurdità di smantellare installazioni, la maggior parte delle quali molto complesse - essendo realizzate interamente in acciaio e vetro - che non comporta altro che spese folli e disagi alle stelle. «Costi – attaccano gli esercenti - che vanno solo ad aggiungersi a quel gran bel tappeto di versamenti fissi che ogni mattina, al tirar su della saracinesca, ci troviamo già spalmati sul bancone: per capirsi, le stangate per rifiuti, suolo pubblico, acqua, luce, gas e via discorrendo...». In molti preferiscono incorrere nel rischio di una multa piuttosto che pagare una ditta per lo smontaggio delle strutture.

«BEH –proseguono alcuni ristoratori – meglio una sanzione piuttosto che pagare lo smantellamento. Per non dire del fatto che non tutti abbiamo a disposizione un magazzino per depositare il materiale. E vogliamo parlare del rischio che, a suon di montare e smontare, queste strutture si potrebbero anche sciupare? Chi ce le ripaga poi? Il Comune? Sono realizzate con centinaia di viti e chiodi; basta perderne qualcuno ed è il caos. Insomma non è un gioco da ragazzi. L’amministrazione comunale deve capirlo bene e deve venirci incontro. Paghiamo già il suolo pubblico, che non è una cosa da poco».

I COSTI della realizzazione di un dehors sono davvero ballerini e strabilianti: dai 20mila fino ai 45mila euro. «Quanto acquistare un garage», lamentano i commercianti. I più ‘fortunati’ sono gli esercenti che hanno i locali sulle strade considerate ad alta densità di traffico. Per loro non è prevista alcuna azione di smontaggio dei dehors perché c’è una deroga comunale che prevede il loro mantenimento proprio in virtù del fatto che sono installarti su strade o viali dove passano molte vetture. «Così - spiegano gli esentati dallo smontaggio - per evitare che i clienti mangino la polvere, abbiamo la possibilità di chiedere al Comune una deroga per tenere in piedi le strutture. Basta chiederla entro marzo, altrimenti arriva la multa». Il countdown è partito e la battaglia-dehors sta per cominciare.

Serena Valecchi