Il sedicenne ammette i rapporti col prof, «Incontri a casa sua, di mia volontà»

Ma sul docente pesa, penalmente, l’affidamento per ragioni educative

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

La Spezia, 17 maggio 2016 - Ha parlato con naturalezza, senza palesare alcun motivo di risentimento nei confronti del professore, più a ruota libera che incalzato dalle domande specifiche. Questione di presupposto necessario per cristallizzare agli atti la verità, nella sua oggettività: farlo sentire a suo agio, in condizioni di riferire in serenità fatti e circostanze oggetto di indagine.

Così ieri, per circa un’ora, ha parlato lo studente sedicenne di una scuola superiore spezzina, ascoltato con la formula dell’incidente probatorio disposto dal gip Marta Perazzo, nell’ambito del procedimento aperto nei confronti dell’insegnante di 30 anni, accusato di atti sessuali su minore. C’era anche lui a sentirlo, schermato dalla parete-specchio dell’aula delle audizioni protette che permette all’indagato di vedere come il dichiarante si atteggia nel suo riferire e, diversamento, a chi parla di non vedere chi lo osserva. Questione di garanzie, che prevedono anche di mettere al corrente della circostanza il dichiarante stesso.

Il ragazzo, al proposito, non ha fatto una piega, riferendo oggettivamente, senza caricarli di interpretazioni, i fatti. Ossia alcuni incontri col professore, nella dimora di quest’ultimo, in città, nell’ambito dei quali il rapporto confidenziale si è aperto anche all’approccio sessuale, consenziente. Dettagli top secret. Ma non è questo il nodo del processo, se cioè il ragazzo era o meno consenziente di fronte alle avances. Bensì il ruolo dell’adulto: un insegnante. Se invece che essere suo docente, l’indagato fosse un semplice conoscente del ragazzo, senza titoli di affidamento o custodia, non avrebbe nulla da rischiare, penalmente parlando, là dove il rapporto fra un sedicenne o una sedicenne con un adulto estraneo alla cerchia familiare o degli affidatari non è, per legge, perseguibile.

Nel caso specifico pesa, appunto, il contesto che ha fatto da sfondo al rapporto: l’affidamento educativo del ragazzo al professore, appunto. Questo, difeso dall’avvocato Fabio Sommovigo, è convinto di non aver fatto nulla di perseguibile dalla giustizia penale. A stabilirlo sarà il pm Federica Mariucci che attende la chiusura dell’incidente probatorio per assumere le determinazioni. L’accertamento prosegue con ulteriori audizioni dirette dal ragazzo – parte offesa nel procedimento, assistito dall’avvocato Manuela Bacci – da parte della psicologa Jolanda Stevani nominata dal gip Perazzo per riferire sulla sua credibilità.

Corrado Ricci