Provincia al collasso, 3,5 milioni di debiti. Allarme per i riscaldamenti nelle scuole

Si allungano i tempi di pagamento dei fornitori. Situazione di impasse

PALAZZO DEL GOVERNO La sede della Provincia, ente che dà lavoro a quasi 300 addetti. Nubi scure all’orizzonte per il personaleLA SPEZIA PALAZZO PREFETTURA PROVINCIA

PALAZZO DEL GOVERNO La sede della Provincia, ente che dà lavoro a quasi 300 addetti. Nubi scure all’orizzonte per il personaleLA SPEZIA PALAZZO PREFETTURA PROVINCIA

La Spezia, 6 novembre 2014 - I conti della Provincia si trovano sul filo del rasoio. La situazione è diventata rischiosa e difficile da gestire. C’è un buco finanziario di 4,6 milioni nel bilancio e già si sapeva compreso l’avvio delle procedure cosiddette di pre-dissesto per spalmarlo su più anni. Come se non bastasse lo Stato ha tagliato di recente 1,4 milioni azzerando i trasferimenti e ne vuole 1,7 da quei pochi che l’ente introita da assicurazioni e trascrizioni auto. Il fardello economico si sta appesantendo giorno dopo giorno.

La Provincia negli ultimi sei mesi ha accumulato debiti verso fornitori per 3,5 milioni. Di fronte al patrimonio dell’ente la cifra non sembrerebbe elevata ma c’è da fare i conti con la realtà. Realtà fatta di aziende che procurano gasolio per scaldare le scuole, aziende che vendono sale da spargere nelle strade contro il ghiaccio, aziende che lavorano nei cantieri delle sponde sul fiume Magra, aziende... Per non parlare dei ritardi (in questo caso sembra solo questione di giorni) nell’incamerare dalla Regione e girare al gestore i denari mensili del trasporto pubblico. Il rischio di lasciare studenti al freddo, strade sdrucciolevoli e cantieri al palo è tutt’altro che remoto. Peggio ancora, se i conti non troveranno un equilibrio, si possono ipotizzare perfino ripercussioni sul personale. Tanto più che nel 2015 potrebbe arrivare il colpo del ko: altri 5 milioni da dare allo Stato. Il momento di forte disagio è stato sintetizzato dal neo-presidente Massimo Federici nella prima seduta del consiglio provinciale.

L’ente di via Veneto si trova in un cul-de-sac. La Regione avrebbe dovuto prendere una decisione a luglio ma tutto è stato rinviato. Nella stessa situazione ci sono tante altre piccole provincia e tante altre Regioni. In ballo ci sono le funzioni da assegnare al nuovo ente. La Provincia sarebbe in grado di portare avanti quelle che sono state attribuite ad essa: edilizia e programmazione scolastica, nonché la viabilità. Ora, con poche risorse, si trova far fronte a competenza della Regione, assegnate a suo tempo a Spezia: formazione, lavoro, protezione civile, turismo, difesa del suolo. Vale a dire funzioni che assorbono la maggior parte del personale e costi rilevanti.

Alla luce dei fatti, l’ente regionale e quello di via Veneto devono devono gestire il periodo di transizione, in attesa, entro la fine della legislatura, che passi la legge costituzionale di cancellazione delle Province (di pari passo con l’abrogazione del Senato). La Provincia, in forte difficoltà operativa, ha concentrato questi ultimi mesi l’attenzione su scuola, strade e frane. Ma i margini sono quelli della coperta corta. Le prossime settimane saranno decisive: per chiudere il bilancio 2014, vedere approvata la procedura di pre-dissesto (almeno così si spera, mettendo al riparo anche i crediti dei fornitori), conoscere le funzioni da svolgere e soprattutto con quali risorse.

Manrico Parma