Altri venti profughi in arrivo nei prossimi giorni: si cerca un’area per la tendopoli

La Regione: "Niente stato d’emergenza in piena stagione turistica"

Profughi

Profughi

La Spezia, 1 agosto 2015 – DIECI arriveranno questa mattina, direttamente da Trapani. Altrettanti potrebbero arrivare all’inizio della prossima settimana. Dove alloggeranno i profughi, però, è interrogativo ancora tutto da sciogliere, con i centri di accoglienza stracolmi dopo gli ultimi arrivi dei giorni scorsi. Così, l’idea dell’accampamento provvisorio, fatto di tende e bagni chimici, prende sempre più campo, qualora non dovesse essere reperito un nuovo edificio. L’area non è stata ancora individuata: anche ieri, i fitti contatti tra la Prefettura e gli enti che in associazione temporanea di impresa gestiscono i centri di accoglienza, Caritas e Croce Rossa, non hanno prodotto risultati in termini di nuovi immobili o terreni dove organizzare presidi di assistenza ai migranti.

«L’IPOTESI del campo profughi è concreta. Ne abbiamo parlato con la Prefettura, ma per quanto ci riguarda non abbiamo aree dove realizzare questo tipo di strutture, così come non abbiamo nuovi edifici nei quali accogliere i profughi – spiega don Luca Palei, direttore della Caritas –. Di certo l’accoglienza in tenda è meglio che lasciare i ragazzi in strada, ma andrebbe organizzata nel modo giusto, perché vivere in tenda, con questo caldo, non è il massimo. Non dobbiamo dimenticarci che questi ragazzi non sono numeri né pacchi». Di sicuro, la richiesta di immobili ha riguardato anche l’altra cooperativa vicina alla Caritas, Mondo Aperto, e le altre associazioni del terzo settore presenti in provincia: anche in questo caso, però, la risposta sarebbe stata negativa. Con la Prefettura che, nel frattempo, ha avviato anche contatti con l’Agenzia del Demanio per cercare immobili e aree non utilizzate da destinare all’accoglienza dei migranti e con la Protezione civile che, anche nel caso di allestimento di strutture di prima accoglienza, resterà molto probabilmente alla finestra. La Regione Liguria, infatti, non ha proclamato lo stato di emergenza, come peraltro già fatto dieci giorni fa dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

«NON ABBIAMO intenzione di dichiararlo – incalza l’assessore regionale alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone – in quanto significherebbe avere poi questo tipo di strutture in pianta stabile, cosa che noi vogliamo evitare, sopratutto ora con la stagione turistica entrata nel vivo, e che rischia di essere compromessa. Non condividiamo questo tipo di politica, il tema dei profughi è nazionale e non può essere scaricato sui Comuni; valuteremo un cambio di rotta solo nel caso in cui qualcosa dovesse cambiare, ma è chiaro che ora siamo in una fase di incertezza e di caos, una situazione che tutto sommato non è esplosiva».