Ex Locanda San Pietro in vendita. Otto milioni per farla rinascere

Dopo vent’anni, si è chiusa la partita con la vecchia proprietà

Matteo Cossani, sindaco di Porto Venere

Matteo Cossani, sindaco di Porto Venere

Porto Venere (La Spezia), 16 giugno 2016 - Alla fine, il giorno che tanti portoveneresi stavano aspettando da più di 20 anni è arrivato. Dopo il sequestro preventivo del 20 gennaio scorso, martedì il giudice Serena Papini del Tribunale della Spezia ha disposto di procedere alla vendita forzata dell’ex Locanda San Pietro, in virtù del pignoramento messo in atto dall’amministrazione comunale di Porto Venere nei mesi scorsi.

All'udienza erano presenti il custode della struttura, l’avvocato Luca Gabriellini, l’esperto estimatore, il geometra Fabio Galletto, e l’avvocato Manuela Gagliardi incaricata dal Comune per pignorare il bene in conseguenza del mancato pagamento da parte della società modenese proprietaria, l’Hotel Punta San Pietro, dei canoni di occupazione del suolo pubblico dovuta ai ponteggi. La cifra si aggira attorno ai 200 mila euro. Nessun legale in rappresentanza della società ha presenziato all’udienza e pertanto non vi è stata alcuna opposizione alla vendita.

Il giudice ha inoltre disposto che l’avvocato Gabriellini si occuperà di vendere l’immobile entro ottobre utilizzando la vendita senza incanto che sarà eseguita nello studio del professionista, di piazza Chiodo alla Spezia. La cifra stabilita dall’esperto estimatore che ha redatto la perizia è di 8 milioni di euro, che in parte andranno a coprire tutte le spese sostenute dal Comune per l’attività di messa in sicurezza dell’immobile e i mancati introiti del suolo pubblico non versati nelle casse del comune.

E così, dopo tanto tempo, la famosa Locanda San Pietro, meta nel passato di personaggi del cinema e della musica italiana e internazionale, potrebbe ritornare agli antichi splendori, dicendo addio a quello stato di degrado che l’avvolge. «Oggi finalmente riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel» commenta il sindaco Cozzani ricordando che «è ancora presto per cantare vittoria e dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Fino a quando l’immobile non sarà completamente ristrutturato e nuovamente in funzione la nostra amministrazione non abbasserà la guardia e cercherà di risolvere questo annoso problema nel più breve tempo possibile». La partita con la società modenese sembra dunque essere terminata. Pensare che dopo la conferenza dei servizi per il recupero dell’immobile, che si è conclusa positivamente nel maggio 2013 con assenso unanime, le integrazioni richieste dal Comune alla società per il rilascio del titolo edilizio non sono mai pervenute e pertanto l’iter non è stato mai terminato.