Botte alla compagna incinta. L’uomo-padrone a giudizio

Lunga serie di maltrattamenti e un’estorsione

Una donna ha denunciato i maltrattamenti subiti dal compagno nel corso sette lunghi anni di convivenza

Una donna ha denunciato i maltrattamenti subiti dal compagno nel corso sette lunghi anni di convivenza

La Spezia, 15 maggio 2016 - Per anni avrebbe maltrattato la compagna tunisina, arrivando persino a malmenarla durante la gravidanza con la volontà di farla abortire. E’ l’accusa mossa dal sostituto procuratore Federica Mariucci nei confronti di un siciliano di 55 anni residente da tempo alla Spezia. Il pubblico ministero, di recente, ha chiuso le indagini e depositato la richiesta di rinvio a giudizio, ipotizzando i reati di maltrattamenti, lesioni personali aggravate e tentata estorsione. L’udienza preliminare si terrà il prossimo 26 giugno davanti al gup Mario De Bellis. Una storia di vessazioni e prevaricazioni, quella ricostruita dalla magistratura spezzina a seguito della denuncia della stessa donna, una 36enne tunisina. Secondo il pm Mariucci, l’uomo avrebbe sottoposto per quasi sette anni, dal 2004 al 2011, la compagna a una lunga sequela di percosse, ingiurie e minacce. Un atteggiamento che il cinquantacinquenne siciliano trapiantato in città avrebbe messo in atto quotidianamente. Percosse alla compagna incinta «con la volontà dichiarata di farla abortire», che in una circostanza, nel novembre del 2011, costrinsero la donna a recarsi al pronto soccorso per le cure mediche dopo aver perso i sensi a causa delle percosse subite: i medici le diagnosticarono un trauma cranico. Non solo.

Il cinquantenne avrebbe costretto la donna ad avere rapporti sessuali «non desiderati», impedendole inoltre di uscire di casa e di frequentare altre persone, e di andare a trovare i propri parenti nel paese d’origine. Comportamenti cui l’uomo avrebbe aggiunto anche la pesante minaccia di uccidere la donna e di gettarne il corpo nella spazzatura qualora lei lo avesse denunciato. Solo alcuni guai giudiziari dell’uomo, finito in carcere alla fine del 2011, permisero alla donna di interrompere la lunga sequela di violenze subite, e di portare a termine serenamente la gravidanza. Ma una volta tornato in libertà, nella primavera dello scorso anno, l’uomo cominciò a vessare nuovamente la donna, che nel frattempo aveva cercato di ricominciare una nuova vita, trovando un nuovo compagno. Il 55enne siciliano, secondo la procura, arrivò al punto di occupare un’abitazione nelle disponibilità della donna, tentando di costringerla a lasciargli l’alloggio o in alternativa di trovargli un’altra sistemazione della quale si sarebbe dovuta fare comunque carico, con l’uomo che avrebbe minacciato ripetutamente di uccidere l’ex compagna e il nuovo fidanzato. Da qui anche l’accusa di tentata estorsione. Il 26 giugno l’udienza preliminare, con l’uomo difeso dall’avvocato Maurizio Mastroianni e l’ex compagna assistita da Raffaella Nardone.