Sabato 20 Aprile 2024

Scandalo pediatri, il primario svela tutti i retroscena: "Convegni sponsorizzati per prassi"

Un’ora di fronte al gip: "Ho agito alla luce del sole" / IL GIP: "MEDICI ASSOLDATI DALLE CASE FARMACEUTICHE" / REAZIONI SUL WEB: C'E' ANCHE CHI DIFENDE I PEDIATRI COINVOLTI / A PISA I PEDIATRI COINVOLTI SARANNO SOSPESI / LE INTERCETTAZIONI / I NOMI DEGLI ARRESTATI / ASL DI PISA, I MEDICI GIA' SOSTITUITI / ARRESTATI 12 PEDIATRI, TRA LORO DUE PRIMARI / IL VIDEO DELL'OPERAZIONE DEI NAS

Il professor  Stefano Parmigiani mentre attende di essere interrogato dal gip Diana Brusacà

Il professor Stefano Parmigiani mentre attende di essere interrogato dal gip Diana Brusacà

La Spezia, 27 novembre 2014 - POLLICE e indice stretti sulle labbra. Non una parola ai giornalisti. Solo un gesto. Intriso di ossequio al lavoro dei magistrati e all’ordine del legale, anche se, forse, sarebbero tante le cose che vorrebbe dire all’universo mondo per diradare le ombre e spiegare che l’allattamento materno è per lui una bandiera. Così, prima di varcare la porta della stanza del gip, il professor Stefano Parmigiani, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta dei Nas sul do ut des tra case di produzione del latte in polvere per neonati e 12 pediatri che consigliavano il consumo di precisi prodotti alle mamme impossibilitate, o non disposte, a porgere il seno alla creatura. Un’ora è durato l’interrogatorio di garanzia condotto, per rogatoria, dal gip della Spezia Diana Brusacà nelle vesti di ’passacarte’ per le valutazioni del collega di Pisa Guido Bufardeci. Un’ora di difesa «serena e determinata per respingere qualsiasi accusa», dice l’avvocato Andrea Corradino lasciando intendere che il primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, respinge non solo l’imputazione agli atti ma anche quella potenzialmente suborbinabile di comparaggio.

Ben diversa, comunque, la sua posizione rispetto ai colleghi che devono rispondere di aver beneficiato di viaggi esotici o apparecchi elettronici per essere stati «assoldati», come dice l’accusa, dalle case farmaceutiche. Lui è accusato di aver fatto da sponda per veicolare in reparto, preferendoli alle concorrenti, i prodotti della Dmf e di aver ottenuto da questa contributi (non quantificati) per organizzare due convegni scientifici. «Tutto è avvenuto alla luce del sole, senza favoritismi, nel rispetto di protocolli e prassi generalizzate...». Questo lo zoccolo duro della difesa. A proposito della messa a turno sospetta del latte in polvere della Dmf, dedotta dalle intercettazione, ha spiegato: «Le turnazioni per la consegna del materiale gratuito alle mamme delle case farmaceutiche è, semmai, fattore di trasparenza. Nel caso specifico c’erano due mesi scoperti e ho informato la Dmf della circostanza. Ad ogni buon conto, quanto a prescrizioni di latte in polvere nei casi di impossibilità di allattamento al seno, siamo sull’ordine di 10 in un anno, meno delle prescrizioni di latte artificiale di altre ditte. E comunque in uno scenario che attesta l’allatamento materno in reparto all’87 per cento, in luogo della media nazionale del 70».

E i contributi per i convegni? «Semplici sponsorizzazioni, documentate anche nelle locandine. Nessuno soldo è transitato dalle mie mani. Ho solo fatto da tramite con l’agenzia preposta all’organizzazione degli eventi, destinati alla formazione. Nemmeno conosco l’ammontare delle sponsorizzazioni... In un caso, poi, ho pagato di tasca mia il rimborso ad un docente perché i soldi raccolti dall’organizzazione non bastavano. Nessun atto contrario ai doveri di ufficio....».

Corrado Ricci