Sabato 20 Aprile 2024

"Mancano sessanta infermieri, turni di lavoro massacranti"

Sindacati sul piede di guerra contro la carenza di organico. L’aut aut: «Dateci personale o scioperiamo»

Gente in sala di attesa

Gente in sala di attesa

La Spezia, 21 gennaio 2015 - ALL’APPELLO, nei reparti e in corsia, mancano qualcosa come sessanta infermieri. Se poi alla carenza di personale si aggiungono anche le assenze indotte dai permessi della legge 104, che riguardano più di cento dipendenti dell’Asl spezzina, il risultato è quello... sotto gli occhi di tutti, con una sanità pubblica vicina al collasso. E’ un quadro non certo confortante, quello sulla sanità spezzina dipinto dalle sigle sindacali, unite nello sparare a zero contro una situazione ormai arrivata al limite. I sindacati sono categorici: o si cambia linea, o sarà battaglia a suon di manifestazioni e scioperi. «Mancano sessanta infermieri, i turni sono troppo pesanti e saltano ripetutamente i riposi, con il serio rischio di vedere aumentati gli errori; senza dimenticare che l’età media degli operatori è di cinquanta anni – spiega Franco Volpi, segretario generale Fp Cisl –.

La situazione è catastrofica, se si pensa che l’ultimo concorso è datato 2006, in queste condizioni è impossibile portare avanti una struttura, senza rinnovare il personale, con le poche unità in arrivo solo attraverso procedure di mobilità». Nel mirino finisce anche il pronto soccorso, il cui uso improprio da parte della cittadinanza finisce per ripercuotersi sul personale del reparto, sottodimensionato. «Il problema è l’uso improprio del Pronto soccorso, che funge da scorciatoia per effettuare visite non urgenti, ma le responsabilità delle istituzioni sono evidenti» rimarca Volpi. «Ormai quotidianamente abbiamo a che fare con riunioni in cui vengono denunciati turni massacranti, senza la possibilità di effettuare il riposo – incalza Salvatore Currenti, rappresentante Cisl Fp –. Oltre agli infermieri che mancano, ci sono sette operatori in gravidanza, 112 casi di applicazione della legge 104, 17 infermieri in aspettativa, 2 infortuni lunghi e 12 malattie lunghe. Come ha detto la dirigente Decia Carlucci, la situazione è delirante: serve un concorso immediato». Un’assenza, quella del personale, che si ripercuote anche sulla sicurezza: quella degli operatori e quella degli stessi cittadini. «Una questione da non sottovalutare – spiega Massimo Bagaglia, segretario Uil Fpl –, per questo abbiamo inviato un documento all’azienda in cui si sottolineano le condizioni di stress in cui operano medici e infermieri». E se da un lato manca il personale, dall’altro i servizi non brillno. «Serve un ragionamento serio sui posti letto, sono troppo pochi, al di sotto dei numeri che realmente ci spettano a livello regionale» attacca Nadia Maggiani, segretaria provinciale della Uil, mentre per Luciana Tartarelli di Fials «Abbiamo malati che stanno al Pronto soccorso anche dieci ore, e un’azienda che inaugura i servizi, come la Shock room e le Case della salute senza avere il personale per farle funzionare. In compenso, abbiamo tagliato le pulizie e gli Oss, mentre prenotare una prestazione al Cup è diventata un’odissea. Una gestione senza programmazione, che non ha rispetto per i cittadini». Dai sindacati, anche una riflessione sull’apertura del Polo riabilitativo del Levante ligure di via Fontevivo. «Montaldo avrebbe già dovuto firmare la delibera, cosa aspetta?» incalza la segretaria provinciale della Uil, Nadia Maggiani, mentre per Lara Ghiglione, della segreteria confederale Cgil, «i sindacati hanno chiesto un incontro alla Asl, ma non hanno ancora ricevuto risposta. Lo spostamento del Don Gnocchi è fondamentale, perchè si ricaverebbero più risorse e più spazi (circa 70 posti letto; ndr) al San Bartolomeo di Sarzana».

Matteo Marcello