Ortonovo sotto l’assedio della paura: evacuati, frane, esondazioni e impotenza

Un’altra giornata ad alta tensione, con l’incubo che il peggio debba ancora avvenire / PROROGATA L'ALLERTA METEO: SCUOLE CHIUSE / NEL MIRINO DELLA PROCURA GLI INTERVENTI LUNGO IL PARMIGNOLA / I LAVORI PER COSTRUIRE UN ARGINE PROVVISORIO / COS'E' UNA BOMBA D'ACQUA? / ESONDA IL PARMIGNOLA / LA FURIA DEL PARMIGNOLA-VIDEO

L’argine crollato lungo la Provinciale a poca distanza dal punto colpito nell’alluvione del 2012. La strada ristretta e, sopra, Nicola Mezzo

L’argine crollato lungo la Provinciale a poca distanza dal punto colpito nell’alluvione del 2012. La strada ristretta e, sopra, Nicola Mezzo

La Spezia, 11 novembre 2014 - LE RACCOMANDAZIONI a rimanere in casa non valgono per le 24 persone che da due anni non sono più al sicuro neppure nelle loro abitazioni. Un incubo infinito per loro: ogni allerta meteo significa preparare in tutta fretta la valigia con un minimo di oggetti personali, sbarrare le porte per rassegnarsi a vivere in albergo, in centri di accoglienza o da amici lunghe giornate in attesa che ritorni il sereno. Fino all’allerta successiva. Novembre è appena iniziato e sono già a tre. Una situazione non più eccezionale ma a cadenza troppo ravvicinata che sta creando non poco disagio e soprattutto tensione. «Purtroppo siamo costretti a ordinare l’evacuazione – spiega il comandante della polizia municipale Marco Monfroni – con enorme e comprensibile disagio. Le zone di San Rocco e Serravalletta sono diventate a rischio frana e questa situazione andrà avanti sino a quando non verranno eseguiti i lavori di messa in sicurezza della collina. Siamo stati centrati da bombe d’acqua, come ci confermano i rilievi effettuati dalle stazioni pluviometriche, che hanno indicato valori altissimi di pioggia, superiori a qualsiasi altra zona». Il centro operativo comunale di Ortonovo allestito al comando della polizia comunale continua a ricevere richieste di aiuto e interventi per far fronte alla fuoriuscita di torrenti e a movimenti franosi che si susseguono in varie zone. Nella giornata di ieri è stata inoltrata ai colleghi della Protezione Civile di altri Comuni la richiesta di centinaia di sacchi di sabbia da utilizzare come autoprotezione per tentare di arginare eventuali infiltrazioni di acqua. «Una situazione ormai al limite – conferma l’assessore Diego Nespolo – che non ci ha ancora consentito di fare una stima dei danni subìti la scorsa settimana. Siamo in costante emergenza e i nostri uffici non sono ancora riusciti a fare il quadro della situazione. E purtroppo dobbiamo fronteggiare le prossime giornate che non si preannunciano per niente semplici».

LE PREVISIONI del danno sono chiare invece per i commercianti lungo via Provinciale, sul ciglio del torrente Parmignola. Il crollo di una parte della carreggiata che collega Casano all’Aurelia ha costretto i tecnici della Provincia a delimitare la larghezza della strada, disciplinando il transito a senso unico alternato con l’installazione di un semaforo. La beffa è ancor più bruciante se si pensa che nel novembre del 2012 è crollata la spalla di contenimento pochi metri più in basso. L’erosione dell’acqua stavolta ha colpito il tratto uscito indenne da quella furiosa cascata di acqua e sassi presentando alla Provincia un conto che si prevede salatissimo. Gli interventi spetteranno all’ente spezzino, competente sulla strada, ma le conseguenze intanto le stanno pagando residenti e operatori commerciali. E così torna l’angoscia per le attività che temono che si riduca drasticamente il via vai di mezzi e di conseguenza, oltre che le sponde del torrente , crolli anche il volume del lavoro. «Siamo tornati indietro di due anni – spiega Nicola Mezzo titolare insieme alla moglie Maura Cervia di una tabaccheria – e non sappiamo se riusciremo ad andare avanti. Il nostro lavoro si basa in gran parte su clienti di passaggio e in queste condizioni c’è il rischio che da queste parti non passi più nessuno. Ho già chiesto aiuto al Comune e alla Provincia sollecitando interventi veloci ma le risposte non sono state certamente confortanti. Cosa dobbiamo fare? Già due anni fa per diversi mesi tutti i commercianti di questa zona hanno ridotto pesantemente il giro di affari, considerato inoltre il periodo a ridosso delle festività. Un’altra interruzione questa volta potrebbe davvero portarci alla chiusura delle attività».

Massimo Merluzzi