Occupano la casa di un anziano. "Noi da qui non ce ne andiamo"

Arte ha avviato la procedura per tornare in possesso dell’immobile

Appartamento occupato abusivamente

Appartamento occupato abusivamente

La Spezia, 6 aprile 2016 -  DA UNA PARTE c’è Roberto Bolleri, invalido civile da anni assegnatario di un alloggio popolare di via Napoli 154; dall’altra, Amal El Habachi e il marito Carmelo Genovese, con i loro tre bambini, che hanno occupato abusivamente quell’abitazione e da lì, assicurano, proprio non se ne vogliono andare, almeno che l’Arte non metta loro a disposizione un’altra abitazione. Il titolare della concessione che, dopo essere stato per un periodo ospite della sorella, è rientrato e si è ritrovato di colpo senza una casa, da tre giorni ha iniziato lo sciopero della fame. Una vicenda che da settimane anima il quartiere Umbertino e non solo, con il consigliere Luigi De Luca che con un’interpellanza ha portato la questione in consiglio comunale, e con il legale di Bolleri, Cesare Bruzzi Alieti, che ha scritto una lettera a sindaco, questore e prefetto per sollecitare una decisione.

ANCHE L’ARTE ha avviato la procedura per rientrare in possesso dell’immobile, inviando una diffida alla famiglia, cui seguirà molto probabilmente anche l’ordine di sgombero. Ma Amal El Habachi, proprio, non vuol sentire ragioni. «L’abbiamo fatto per necessità – spiega la donna –. Siamo seguiti dai servizi sociali e non sapevamo dove andare: l’unica soluzione che ci avevano proposto era quella di dividerci, mio marito al dormitorio e io con i figli in una struttura gestita dalle suore. Così appena abbiamo saputo che quell’abitazione era vuota, non ci abbiamo pensato due volte. Sapevamo che questa casa era disabitata, che non ci veniva più nessuno ormai da tanto tempo». La famiglia è entrata da una delle finestre che affaccia sul cortile interno della palazzina. Poi, ha scassinato e sostituito la serratura della porta. «In questi quaranta giorni abbiamo imbiancato tutta la casa, e in poco tempo abbiamo chiesto e ottenuto gli allacci di acqua ed energia elettrica – aggiunge la donna, di origine marocchina –. Anche con l’aiuto di amici siamo riusciti a mettere qualche mobile, i letti per i bambini, un divano».

UNA CASA, quella occupata, che ora non hanno nessuna intenzione di mollare. «Noi da qui non ce ne andiamo. L’abbandoneremo solo nel caso in cui Arte ci mettesse a disposizione un’abitazione alternativa, nella quale stare tutti assieme. Dove potremmo andare, con tre bambini piccoli? Io devo pensare ai miei figli, loro vengono prima di tutto. Mio marito è muratore, lo chiamano quando c’è bisogno, e quello che riesce a guadagnare basta solo per dare da mangiare alla famiglia». Sulla vicenda è ovviamente alta l’attenzione dei servizi sociali dell’amministrazione comunale. «Stiamo seguendo la vicenda, si tratta di persone conosciute dai nostri servizi sociali – spiega Mauro Bornia, assessore ai servizi sociali del comune della Spezia – e ci siamo attivati affinché la vicenda si concluda al più presto: è naturale che l’abitazione debba tornare nella disponibilità di chi ne è il legittimo assegnatario, e stiamo studiando il modo migliore per aiutare anche la famiglia». Negli ultimi sei mesi, sono tre i casi di occupazione abusiva solo nel comune della Spezia: i due precedenti casi sono avvenuti entrambi nel quartiere del Favaro.