Non disse all’amante di avere l’Aids e la contagiò. Pentito, patteggia due anni di carcere

La donna scoprì di essere malata dopo una donazione di sangue

Analisi di laboratorio in una struttura ospedaliera (foto di repertorio)

RAVAGLIA 31/03/09 CESENA INAUGURAZIONE LABORATORIO ANALISI AREA VASTA AUSL NELLA FOTO ANALISI SANGUE.

La Spezia, 1° luglio 2015 - Si conobbero, nella tarda prinavera del 2009, ai margini di campo sportivo, dove lei accompagnava la figlia a svolgere lezioni di ginnastica e lui era impegnato ad allenare un team di atleti. L’uomo, sposato con figlia; la donna separata da tempo e con il desiderio di rifarsi una vita affettiva. Quel giovane fisicamente prestante la attraeva. Lo stesso dicasi lei per lui. Iniziò la relazione clandestina, in un crescendo di promesse reciproche a mettersi insieme, un domani, alla luce del sole. I rapporti sessuali cementarono il rapporto.

FINO a quando lei, un brutto giorno, donatrice storica di sangue, ricevette una telefonata dalla segreteria dell’Avis: «Abbiamo, come sempre facciamo, sottoposto il suo sangue al test di sieropositività al virus hiv; dobbiamo comunicare che lei ha contratto l’infezione». Era l’inizio dell’autunno del 2009. E gli unici rapporti sessuali avuti nei mesi precedenti era quelli con l’amante sportivo. Che affrontò a muso duro. Era del resto lui l’unico indiziato per la trasmissione dell’infezione.L’Ucrollo. E ammise: «Sì, è vero... mi spiace non avertelo detto, scusami...». Ma ormai il virus aveva fatto il suo corso. Risultato: fine della relazione, via alle carte bollate. Compresa la denuncia alla procura della Repubblica. L’inchiesta, coordinata dal pm Tiziana Lottini, ha fatto il suo corso. Ieri è arrivata all’epilogo dell’udienza preliminare. Lui, imputato, non si è presentato in aula, affidando al suo legale, l’avvocato Pennacchi il mandato di alzare bandiera bianca e chiedere il patteggiamento della pena, manifestando il proposito di risarcire l’ex compagna per la malattia inflittale, ma quando le risorse finanziarie glielo permetteranno:ora sono tempi duri.

A DISPOSIZIONE, per ora, settecento euro. Briciole rispetto al danno inferto. Ha eccepito l’avvocato Daniele Caprara, che ha chiesto e ottenuto la costituzione di parte civile della donna. Sul punto la lite continuerà in tribunale, in sede civile. In essa fara testo il provvedimento col quale si è chiusa la vicenda penale, nella quale l’uomo era imputato di lesioni gravi: il patteggiamento della pena a due anni di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale e la non menzione. Il pubblico ministero ha dato l’assenso alle richieste dell’avvocato. E il giudice dell’udienza preliminare Mario De Bellis ha emesso la sentenza, conseguenza della volontà dell’imputato di chiudere subito i conti conla giustizia penale.