"Insultata per strada solo perché mia madre ha il velo"

Indignazione di una diciottenne italo-marocchina e degli amici italiani

Una donna col velo islamico

Una donna col velo islamico

Sarzana (La Spezia), 21 novembre 2015 - "Ho provato un sentimento d’impotenza – racconta Charafa Benjelloun – perché so che tutto ciò è frutto dell’incomprensione e della manipolazione subìta dall’Islam". Lei, italo-marocchina, ha 18 anni e a Sarzana è nata, cresciuta, vive, studia, condivide gli stessi sogni, speranze e paure degli amici italiani. E ai compagni della V M dell’istituto turistico Arzelà ha subito raccontato l’aggressione, insieme ne hanno parlato in classe, insieme hanno voluto denunciare l’episodio. "Ero con mia mamma in centro a Sarzana – racconta Charafa – quando un uomo passandoci accanto ci ha insultato riconoscendo nel velo di mia madre uno dei simboli della religione islamica. Non ho reagito, ma mi sono sentita offesa e insieme impotente".

La sua indignazione è la stessa dei suoi 14 compagni. "Abbiamo vissuto cinque anni a stretto contatto con lei – spiegano – potuto così conoscere i veri aspetti della cultura islamica e siamo diventati consapevoli che un’informazione più ampia aiuterebbe a provare meno paura nei confronti di chi la pensa diversamente. Oggi non dovrebbe più essere necessario puntualizzarlo".

"Ho vissuto a cavallo di due culture diverse e mi sento marocchina quanto italiana – racconta Charafa – ; mi ritengo fortunata di aver avuto l’opportunità di appartenere a due mondi diversi, non accomunati religione, lingua, tradizioni ma molto simili sotto altri aspetti. Sono indignata con chi, soprattutto dopo gli ultimi fatti di cronaca, condanna il mondo islamico. L’Islam è stato usato come capro espiratorio da questa creazione politica chiamata Isis: in ogni suo attacco muoiono musulmani, quindi se lottassero davvero solo contro l’Occidente non ucciderebbero altri musulmani, non ci sarebbero vittime in Siria e nessun paese islamico subirebbe azioni terroriste. Molti non sanno che l’Islam condanna ogni tipo di violenza, contro ogni essere umano indifferentemente da razza, religione, colore della pelle. Il problema è molti associano l’aggettivo terrorista all’Islam quindi c’è spesso paura verso questa religione troppo sconosciuta per essere compresa. Il razzismo ha iniziato a farsi strada tra le persone un po’ per ignoranza un po’ per paura, e questo non fa che incrementare odio e violenza, metterci gli uni contro gli altri facendoci dimenticare che nelle diversità siamo uguali e solo se ci unissimo tutti davvero in nome di Dio, al di là di come lo chiamiamo, riusciremmo un passo alla volta a fermare questa guerra, a sconfiggere il terrorismo, non con altra violenza: il fuoco non si spegne con il fuoco. Le vittime di questa guerra non sono solo Francesi, Siriani o Iracheni ma tutta l’umanità".

E.R.