Un cuore bianco, la ‘standing ovation’ dello stadio: "Fulvio, questa vittoria è tutta per te"

Il cronista al ‘Picco’ racconta i tifosi. Una giornata da non dimenticare

I tifosi dello Spezia (foto Frascatore)

I tifosi dello Spezia (foto Frascatore)

La Spezia, 22 febbraio 2015 - SE IL NOSTRO Fulvio Magi ieri fosse stato al Picco sicuramente avrebbe concesso un sorriso, ma non si sarebbe scomposto alla vittoria delle Aquile contro il Modena. Come non si sarebbe scosso più di tanto se lo Spezia non avesse strappato tre punti preziosi in classifica. La sua professionalità andava ben oltre gli “schiamazzi’’ che contraddistinguono i tifosi. Ma quella sedia vuota ieri ha pesato un po’ a tutti. Anche alla curva Ferrovia, che lo ha ricordato con un caloroso applauso. Anche alla gradinata e alla tribuna, con lo speaker Federico La Valle che a pochi minuti dal fischio d’inizio ha speso parole che hanno toccato il cuore dei presenti, soprattutto degli amici di Fulvio: «Da lassù continuerai a seguire la tua squadra».

Sarà stata la giornata cupa, con quella pioggia battente che non ha dato tregua, e saranno state quelle parole a segnare il pre-partita, ma la sensazione che abbiamo avuto noi, in prima linea ieri al Picco, è stato un senso di vuoto, per molti incolmabile. Un silenzio che si è rotto al primo gol bianco, con l’entusiasmo che ha ripreso vigore, e con quella curva che ha iniziato nuovamente il suo show. E che show. Ombrelli alla mano, i tifosi hanno improvvisato un Maracanà, e noi, lì, abbiamo immortalato la voglia degli spezzini, accaniti sostenitori e non, di credere negli undici giocatori in campo. Famiglie intere che hanno atteso la vittoria per 90 minuti, come per esempio quella di Evelin, che allo stadio, insieme al marito, ha portato le sue creature: quattro figli in tenera età, di cui una bimba di soli 18 mesi.

«Perché siamo qui? Semplice, per tifare lo Spezia. E poi per i bimbi non c’è alcun problema. Anzi esultano più di noi, genitori». Ci siamo avvicinati a un uomo con disabilità, costretto a una sedia a rotelle, apparentemente infreddolito, incuriositi dal sapere cosa lo aveva spinto a prendersi così tanta pioggia pur di non mancare all’appuntamento del sabato pomeriggio. Lui, con fare sicuro, non ha esitato a rispondere: «È la fede che comanda». Ha dovuto lottare per stare in tribuna, ma alla fine è stato soddisfatto dalla società di patron Volpi. Come per testimoniare, che l’audacia premia sempre. Ci siamo avvicinati a un gruppo di tifosi dai capelli bianchi, solito discorso: «E perché mai dovremmo stare a casa a vedere la partita, non rende come nell’assisterla di persona». Come non detto, concetto ribadito e compreso nella sua totalità. «Lo Spezia oggi ha vinto – hanno commentato alcuni appassionati dagli spalti – ma non ha offerto un’eccellente prestazione. Perché siamo qui? E beh, c’è chi si incontra al bar, e chi come noi scambia due chiacchiere a poca distanza dal campo di gara». Giovani, meno giovani, tanti ‘over’, alcuni con le loro signore, che durante i minuti di gioco sembrano ipnotizzati. Aprono bocca solo per lodare i loro beniamini o per imprecare magari per una decisione arbitrale non concordata. E poi all’intervallo, tra il primo e il secondo tempo, cellulare alla mano, tutti a chiamare amici e parenti per far vivere a distanza le stesse emozioni. Così, ieri, la folla spezzina al termine della partita, si è incamminata verso casa contenta, chi stringendo la mano dei propri figli, proteggendoli, chi abbracciando la consorte, commentando con un «speriamo bene anche per sabato prossimo» ad ogni accenno dei gol concessi e subiti, e a quel rigore parato da Chichizola.

Magari anche Fulvio avrebbe fatto lo stesso, ma non si sarebbe soffermato più di tanto in espressioni di compiacimento. Per lui che il calcio lo “masticava’’ tutti i giorni, l’oggi era già ieri. Ma forse quel brivido che ieri ha fatto stringere quella marea di spettatori, lo avrebbe sentito pure lui. D’altronde, in tanti lo hanno pensato: «Questa vittoria è tutta per te».