Molestie alle colleghe, i militari si difendono: "Solo disciplina"

Davanti al gip del tribunale gli accusati di ‘attenzioni’ verso sette ‘colleghe’

MAGISTRATI Il giudice per le indagini preliminari Diana Brusacà

MAGISTRATI Il giudice per le indagini preliminari Diana Brusacà

La Spezia, 20 febbraio 2015 - HANNO respinto ogni addebito, ribattendo punto a punto alle pesanti contestazioni e sottolineando come le accuse, in sostanza, siano solo il frutto di un equivoco. Si sono difesi così, ieri mattina davanti al gip del tribunale della Spezia, Diana Brusacà, i due sottufficiali del Comsubin indagati per una lunga serie di molestie a sfondo sessuale nei confronti di sette donne, militari dello Sdi – Servizio difesa installazioni – in quota alla Brigata San Marco, che si occupa principalmente della vigilanza del centro militare del Varignano, alle Grazie. Su di loro pende la richiesta del sostituto procuratore Federica Mariucci per l’interdizione dai pubblici uffici. Una sospensione dal lavoro, quella per la quale il gip si è riservata ogni decisione, che arriverebbe a poca distanza dal trasferimento “imposto’’ dalla Marina a entrambi i sottufficiali, da qualche settimana allontanati al pari delle donne oggetto delle presunte molestie dalle Grazie, e trasferiti ad altro incarico. Assistiti dagli avvocati Silvia Rossi ed Enzo Macera, i due militari non si sono sottratti alle domande del Gip. «Io le donne le rispetto, ma le tratto al pari dei commilitoni maschi. Le palpate al seno? Solo un equivoco bel sistemare la patch dell’uniforme (che si trova poco sopra il petto; ndr). La divisa si porta in ordine» ha affermato uno dei due militari. Contestati anche episodi avvenuti al poligono di tiro, per i quali i militari hanno affermato che «se c’è stato contatto è stato sicuramente non voluto, nel tentativo di insegnare a usare la pistola da una posizione sicura», così come sono stati negati anche episodi legati a presunte effusioni che i due militari avrebbero preteso in cambio della concessione di una licenza.