Minacce di morte a Paita. Madre e figlio denunciati per gli affondi su Facebook

La polizia postale li smaschera: sono ex del Pd

Polizia postale, un'immagine di repertorio

Polizia postale, un'immagine di repertorio

La Spezia, 25 maggio 2015 - NEI GIORNI roventi dell’avviso di garanzia per concorso in omicidio e disastro colposo all’assessore regionale Raffaella Paita - in relazione al mancato allerta prima dell’alluvione di Genova dell’ottobre 2013 - ci fu chi, sotto mentite spoglie, indirizzò minacce di morte alla politica spezzina candidata alla presidenza della Regione. Lo fece attraverso Facebook, con frasi che lasciavano intendere gravipropositi offensivi. Quelle persone ora hanno un nome e un cognome. Sorpresa nella sorpresa: si tratta di persone che, un tempo, gravitavano nel Pd, madre e figlio, residenti a Genova. L’indiscrezione trapela in parallelo alla divulgazione del bilancio annuale della Polizia di Stato (dal 1° maggio 2014 al 30 aprile 2015) in occasione della festa odierna, che sarà celebrata nell’auditorium del porto. Non c’è traccia di riferimenti ad personam nella nota. Ma è la Paita - sommariamente indicata come noto politico locale - una delle 25 persone che, dall’inizio dell’anno, hanno presentato alla Polizia denunce per minacce di morte via Facebook e hanno avuto soddisfazione: la Polizia Postale è riuscita a risalire all’identità degli autori del reato. Ventisei complessivamente gli indagati per minacce, fra cui anche madre e figlio. Il dato fa notizia più nella misura in cui è stato tenuto «blindato» che non per i rischi reali. Ma sempre meglio prevenire, con denunce e magari ramanzine. Come nel caso di 6 minorenni, accusati di ciberbullismo attraverso il portuale Ask-Fm: sono stati denunciati per diffamazione e minacce. Nel mirino aveva messo una compagna di scuola, ora liberata dall’incubo. Mentre era già emerso dell’incursione di uno studente nei registri elettronici della sua scuola per cambiare i voti a se a altri sette compagni, il report evidenzia altri dati finora rimasti top secret: l’oscuramento di 13 siti pedopornografici e di sette spazi virtuali presenti sui social network con contenuto discriminatorio e razziale. Ben 1806 i portali Internet a rischio monitorati; fra gli obiettivi, anche il contrasto delle scommesse clandestine, delle frange violente No-Tav e delle frange estremiste delle tisoferie calcistiche. Sul piano dei numeri ad imporsi sono però le denunce per le truffe on line: 61 le persone deferite all’autorità giudiziarie sul numero complessivo delle denunce spiccate. Fra queste numerose sono quelle legate allo stalking. In un caso, come è noto, sono emerse le responsabilità di un minore, invaghitosi di un adulto, e sottoposto ad un provvedimento restrittivo della libertà. Ma è anche sul piano della prevenzione dei reati e delle insidie che circolano nella Rete che la Polpost ha profuso grandi energie in ambito scollastico: ben 54 gli incontri nella provincia che hanno permesso di raggiungere 3096 stduenti, 568 genitori e 254 docenti.