Federici preme per lo stato d’emergenza. Ma la Regione frena: "Non è alluvione"

Scontro sulla gravità del nubifragio. Giampedrone prende tempo

Maltempo su Spezia

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La Spezia, 16 giugno 2016 - «I danni provocati dal nubifragio sono ingenti. Ho potuto verificarlo nel corso dei sopralluoghi che ho effettuato ieri tra Arcola e Vezzano. Mi sembra che la prima cosa da fare sia la dichiarazione dello stato di emergenza per calamità naturale. Ci sono sicuramente i requisiti se non altro per il livello ‘b’, quello che comporta una presa in carico della Regione. Il mio appello va nella direzione di un programma di sostegno alle comunità e agli enti colpiti». Massimo Federici, presidente della Provincia, incalza dunque la Regione per un intervento concreto per ‘riparare’ all’evento che in sole due ore ha messo in ginocchio interi nuclei familiari e attività commerciali. Un evento che secondo l’assessore regionale Giacomo Giampedrone, invece, «non può classificarsi come alluvione: ci sono stati allagamenti dovuti all’esondazione del fiume Ressora e dei colatori minori».

Giampedrone ieri mattina si è recato al Coc di Arcola per fare il punto della situazione con gli amministratori locali e con il personale della Protezione civile. «Non ci sono le condizioni – sottolinea – per richiedere lo stato di emergenza nazionale, stiamo valutando lo stato di ‘mini emergenza regionale’: in ogni caso gli eventuali contributi serviranno per riportare la vita alla normalità, ovvero ‘curare’ il territorio. I soldi non arriveranno automaticamente nelle tasche dei privati. Basti pensare che c’è chi aspetta ancora gli aiuti dell’alluvione genovese. I nostri tecnici della Protezione civile sono sul territorio (70 martedì, una quarantina ieri, ndr). Ho chiesto al sindaco di stilare un elenco dei progetti da realizzare, come lo scolmatore, e degli interventi da effettuare con una progettazione pronta per partire». Sulla mancata allerta idrogeologica denunciata da molti, l’assessore tiene poi a precisare: «Arpal ha definito l’evento come imprevedibile. Difendo il sistema e respingo ogni speculazione politica. Parliamo di 56 centimetri d’acqua che hanno fatto danni in un territorio fragile». Una mancata allerta vista però con occhi differenti da Federici, che rincara la dose: «A pochi chilometri da Arcola, la Toscana aveva dato l’allerta. Penso sarebbe necessario almeno la presenza di un esperto impegnato sulle 24 ore e di un coordinamento tra regioni. Ore servirebbero umiltà e spirito autocritico». Giampedrone stasera alle 18 visiterà la zona collinare di Arcola, la Val Ressora, dove una trentina di residenti sono ancora isolati per due frane che hanno colpito le vie di accesso.

«Attraverso una scrittura privata gentili proprietari hanno dato la possibilità di utilizzare a titolo gratuito per sette mesi i loro terreni per creare una sorta di bypass che consentirà il collegamento di via Ressora Alta, vista la presenza anche dell’altra frana in via Vissano» precisa l’assessore comunale ai lavori pubblici Andrea Spinetti.