Nubifragio, 'Nessuno poteva prevedere tanto'. Arpal si difende per l’allerta mancata

Fiducia rinnovata da Giampedrone. Ma gli scienziati ribattono

Nubifragio a La Spezia (foto Frascatore)

Nubifragio a La Spezia (foto Frascatore)

La Spezia, 15 giugno 2016 - NESSUN ripensamento. Arpal è ferma nella sua convinzione: i forti temporali di ieri «non erano prevedibili» perché ‘semplicemente’ «frutto di una convergenza localizzata, al confine con la Toscana, fra i venti meridionali di sud est e le correnti di sud ovest». Da qui, la mancata allerta e il cataclisma che si è abbattuto sulla testa degli spezzini con loro grande sorpresa. «La modellistica di lunedì e le conseguenti previsioni indicavano la possibilità di rovesci moderati – si legge nella nota dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure – e tutti gli indici considerati non davano luogo all’emanazione dell’allerta per temporali, che scatta solo in presenza di alta probabilità di fenomeni forti. L’aumento dell’intensità dei venti da sud non era dunque prevedibile: è stata quella a portare 108 millimetri d’acqua in tre ore su Fornola e 87 a Sarzana con un picco orario da 56 millimetri».

TANTO, poco? Quanto basta, evidentemente, per far saltare i piccoli canali. «Si tratta di quantità – insiste Arpal – non paragonabili a quelle delle ultime alluvioni regionali. Basti ricordare che nel 2014 caddero in una sola ora 141 millimetri e nel 2011 addirittura 181». Davanti ai numeri, una consapevolezza (scusante?): «Le celle temporalesche della prima mattinata – chiude Arpal, alla quale comunque l’assessore regionale alla Protezione civile e all’Ambiente, Giacomo Giampedrone, «rinnova la fiducia» – rientrano tra quei fenomeni che la scienza attualmente non può in alcun modo prevedere con l’anticipo che tutti vorremmo, soprattutto quando interessano territori fragili».

TRADOTTO: non serve l’evento straordinario per ‘affondare’ una parte (importante e ben nota) della provincia. Una riflessione amara che non salva Arpal – nonostante Federico Grasso assicuri che il «Tavolo sinottico nazionale che decide l’allerta valuti ogni volta tutti i modelli di previsione più attendibili» – dalle critiche. Una parte delle quali arriva proprio dal ‘nostro’ enfant prodige del meteo: Andrea Corigliano, il fisico delle Grazie appena uscito in libreria col secondo volume della collana “Meteorologia”. «Lamma Toscana aveva previsto precipitazioni nella zona effettivamente colpita già da domenica – spiega stupito per il preavviso saltato –. Si poteva dare almeno un ‘giallo’ proprio per preparare la gente e poi monitorare il fenomeno in tempo reale. Stiamo vivendo una stagione instabile sulla quale pesa anche l’aumento delle temperature globali e quindi dell’energia nell’atmosfera, legata alla maggior evaporazione del Mediterraneo. Fattori che rendono le piogge sempre più aggressive».

Ecco le immagini delle strade di Arcola invase dal fango: