Il coraggio dello scrittore: tsunami Maggiani sulla Spezia e il Golfo

Le stilettate a margine della Festa delle Marineria: "Spezia non è città di mare ma di marin e gli spezzini non sono ufficiali di tolda ma di macchine"

Maurizio Maggiani

Maurizio Maggiani

La Spezia, 29 agosto 2015 -  SPEZIA città di mare o di marina? A porre il dilemma è arrivata, nel bel mezzo della Festa della Marineria, un’intervista al Tg3 regionale di Maurizio Maggiani. Parliamo di un mostro sacro della letteratura italiana, 64 anni, di Castelnuovo Magra, scrittore pluripremiato che ha vinto il ‘Campiello’ nel 2005 con ‘Il coraggio del pettirosso’ e il premio ‘Strega’ nel 2006 con ‘Il viaggiatore notturno’. Ma le sue frasi alla Rai hanno scatenato un putiferio sui social network. Decine di spezzini hanno preso a male alcune sue parole e quel “look irriverente”, a petto nudo, di fronte alle telecamere. Maggiani è stato chiamato nell’intervista a spiegare il legame tra Spezia e il mare. Dapprima, ha osservato che Spezia non è città di mare ma di marina. Poi ha sottolineato che il Golfo assomiglia ad una conchiglia e lo ha paragonato ad una vagina. Infine, ha chiuso affermando che gli spezzini non sono ufficiali di tolda ma di macchine.

APRITI CIELO! Gliene sono piovute addosso di tutti i colori. Dall’aver rappresentato una società fallocratica, al mancato orgoglio spezzino, dalle differenze di stile rispetto a Shelley e Byron alle accuse di retorica. Maggiani ha parlato un minuto e quindici secondi, un tempo probabilmente esiguo per mettere a fuoco i temi generali in discussione. Ieri mattina, lo scrittore non sapeva delle polemiche sui social network, gruppi ai quali non appartiene e che ritiene siano «il territorio sterminato della democrazia pura».

PERCHÉ MAGGIANI giudica Spezia solo una città di marina, intesa come collegata al mare? «Prima dell’arrivo dei costruttori dell’Arsenale militare – spiega lo scrittore – Spezia non aveva barche, nemmeno per andare a pescare. Non le aveva nemmeno per legge perché la Repubblica di Genova impediva che l’attracco e la partenza di barche più lunghe di nove metri. Spezia era una palude. Il re del Piemonte veniva qui a cacciare folaghe. La città era collinare. Se si va a vedere i registri della Sottoprefettura di Chiavari, si nota che i profitti derivavano da alcune coltivazioni e rari commerci. Tant’è che una petizione del Capitanato di Spezia del 1630 chiede alla Repubblica di Genova di concedere agli ebrei di fare la fiera commerciale alla Spezia per risollevarla dalle sue ristrettezze. San Giuseppe è nato per questo». Non è tutto. Maggiani aggiunge: «I marinai a Spezia? Proprio in questi giorni si celebra la ricorrenza dell’arrivo nel Golfo dei pescatori da San Benedetto del Tronto. Il leudo vessillo delle Cinque Terre è una barca adriatica. Le stesse barche della regata del Golfo sono lariane, da Lario. Per i muscoli parliamo di Fago, provincia di Taranto. Mi dicano poi quanti spezzini hanno fatto quest’anno il bagno davanti alla città? Barcellona è una città di mare, dove esci di casa e vai a tuffarti. Spezia vedi ‘ettari’ di barche e barchette e dalle parti il porto commerciale e l’Arsenale».

C’È POI quella parola, vagina, che ha surriscaldato qualche animo. «Ho voluto dare un’immagine letteraria del Golfo. Un Golfo che, guardato dall’alto, dà quel senso di accoglienza, di tepore, paragoni che avevo già scritto nel 2000 ne ‘Il contadino in mezzo al mare’». E per finire la questione degli ufficiali di tolda: «Basta chiederlo agli ex presidi del nautico. Gli spezzini vanno a fare gli ufficiali di macchina e stanno sottocoperta». Manrico Parma