Minestrine miracolose contro il tumore, 'maga' spilla migliaia di euro a due sorelle

Prestazioni esoteriche da capogiro. La donna di fronte al gip con l’accusa di circonvenzione di incapace

Tribunale

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La Spezia, 23 settembre 2014 - IL SUO destino era segnato dalle malattie: cardiopatia e tumore alla vescica. Ma la sua morte, avvenuta nel 2008, alimentò successivamente il sospetto che il decesso potesse essere conseguenza di un avvelenamento. Impossibile, però, provarlo perché il cadavere venne cremato; in assenza di esami autoptici l’ipotesi, elaborata dalla squadra mobile, non ebbe riscontro. Il giallo riaffiora alla vigilia dell’udienza preliminare, prevista per oggi, davanti al giudice Marta Perazzo che vede Anna Maria Cutugno, 64 anni, conosciuta come “Maga Estrella” chiamata a difendersi dall’accusa di circonvenzione di incapaci ai danni di due sorelle che per circa 14 anni, secondo l’accusa, sarebbero state ostaggio psicologico della donna, come certificato dalle perizie medico-legali.

Fino al punto da indurle a mettere una polverina da lei confezionata nelle minestrine con cui veniva alimentato il padre. “Così si leniscono le sue sofferenze”, disse loro. Ma gli investigatori della squadra mobile, quando (per bocca della figlia della maga) appresero la circostanza e accertarono che le clienti-sorelle si erano impegnate a versare ad essa 40mila euro all’esito della vendita dell’abitazione di Casola in Lunigiana in cui risiedeva il padre, maturarono il sospetto di un avvelenamento pilotato, all’insaputa delle figlie, in balìa della maga.

MA, senza autopsia non fu possibile provare il nesso causale polverina-decesso. La cui prospettazione è restata sulle carte investigative depositate nell’ambito dell’inchiesta che ha prodotto la contestazione di circonvenzione di incapaci, ora al vaglio del gip. Il reato si riferisce al fiume di denaro consegnato nel tempo dalle due sorelle, fino alla loro rovina economica, a compenso delle prestazioni esoteriche per le quali si erano rivolte alla maga: in particolare le cosiddette ‘telescritture’, cioè le comunicazioni con la madre, spirata nel ‘99, attraverso la sponda della Cutugno, prospettatasi loro come titolare di poteri divinatori.

L’imputazione è confezionata in relazione all’ultimo spettro temporale dei rapporti fra maga e sorelle, per un importo di 60mila euro, dal 2009 al 2013. Ma nelle loro deposizioni agli inquirenti le parti lese fanno risalire all’epoca della morte della mamma l’avvio del rapporto con la maga, scandito da continui esborsi di denaro.

VUOI per togliere loro il malocchio, vuoi per arginare le negatività nella casa del padre, vuoi per le ‘telescritture’. Il tutto ricostruito in parallelo alle perizie medico-legali della psicologa Stefania Rossi e dello psichiatra Giuseppe Bartolini sulle condizioni mentali delle sorelle, ordinate dal pm Claudia Merlino. Un’attività di indagine che si è risolta anche con un lungo percorso di ‘rigenerazione’ delle vittime, liberate dalla sudditanza della maga e curate dalle strutture sanitarie dell’Asl. Nel processo le assisterà l’avvocato Alessio Pianigiani. Dall’altra parte della barricata gli avvocati Enrico Conti e Paolo Munafò, difensori dell’imputata.