L’isola del Tino è off-limits

Pioggia di proteste per i bagni chiusi e i punti ristoro fantasma. Mezzo flop

L'isola del Tino

L'isola del Tino

La Spezia, 15 settembre 2014 - Parma, Torino, Milano, Genova e la Liguria tutta. I turisti sono arrivati da ogni dove nella speranza di ammirare le meraviglie del Tino. Ma se ne sono tornati a casa con la fotoricordo rovinata dalle transenne che hanno (ulteriormente) limitato l’agognato tour dell’isola. Nemmeno San Venerio sembra aver fatto il miracolo. L’isola “proibita” si è confermata tale nonostante le festività del patrono del Golfo della Spezia. Proibita e... senza servizi igienici. Sì, perché i visitatori, già delusi dalle limitazioni e da una organizzazione che ha dimostrato qualche falla di troppo, si sono trovati a fronteggiare anche questo tipo di emergenza.

Per non parlare poi dell’assenza totale di punti ristoro che ha convinto molti a rimanere sull’isola giusto il tempo di prendere il battello per il rientro in città. Quindi la pioggia di proteste, pure sulla piazza virtuale, e di imprecazioni rivolta al cielo (ma non solo, visti i tanti mugugni arrivati anche all’orecchio della pro loco, ndr) non propriamente consona alla ricorrenza santa.

Nessuno aveva promesso che faro, parco archeologico e chiesa sarebbero stati aperti al pubblico, questo no. Ma il problema è stato a monte, nella difficoltà a stilare un programma chiaro per i visitatori. Fino a mercoledì, infatti, correva voce che non sarebbero stati consentiti neppure gli sbarchi sul Tino per «problemi di sicurezza». Poi giovedì, in tarda mattinata, il contrordine: sbarchi consentiti soltanto nella mattinata di sabato con la messa nel piazzale della Vela (a causa della chiesa pericolante) e benedizione dei natanti dal porticciolo.

Fino al miracolo di venerdì quando la Marina militare ha addirittura concesso di fare il bis, concedendo l’isola anche per l’intera giornata di domenica, addirittura fino al tardo pomeriggio. Un valzer che non ha di certo aiutato i visitatori e che ha giocato, probabilmente, anche qualche effetto sulla riuscita della tradizionale festa. Un primo bilancio della cooperativa Barcaioli di Porto Venere parla, infatti, di un vero flop per quanto riguarda il sabato con meno di duecento presenze. È andata meglio domenica con un bilancio di circa 800 visitatori, numeri che comunque non reggono il confronto con l’anno precedente quando almeno la chiesa era stata considerata agibile.