Vessato e sbeffeggiato dall’Inps ottiene il risarcimento per lo stress

L’istituto pretendeva il pagamento di versamenti già effettuati

L'avvocato Marco Mora

L'avvocato Marco Mora

La Spezia, 19 novembre 2015 - Ansie e disagi indotti dal comportamento incongruente della pubblica amministrazione possono dar luogo al risarcimento del danno patito dal cittadino "ostaggio" della burocrazia. Là dove questa devia dai doveri di diligenza, prudenza, collaborazione e trasparenza nei rapporti con l’utenza è citabile in giudizio per rispondere dei danni da stress ed essere condannata al ristoro degli stessi.

La vicenda processuale - posta al vaglio del Giudice di Pace Paolo Oneto e risoltasi con la vittoria di Davide su Golia - trae origine da un’indebita richiesta per contributi non versati che, in realtà, erano stati regolarmente corrisposti. Essi si collocavano come adempimento dovuto nell’ambito del rapporto contrattuale di lavoro tra una badante e il marito della badata. Nonostante la prova costituita dal fax inviato all’Inps dal contribuente, l’Istituto ha ben pensato di telefonargli più volte fino a quando, dopo sei mesi, il pensionato settantunenne, con moglie malata e bisognosa di costante assistenza ospedaliera, ha dovuto recarsi presso gli uffici di viale Mazzini, con conseguente disagio e stress.

Qui gli è stata nuovamente richiesta la documentazione comprovante l’avvenuto pagamento. L’ennesima beffa. Alla quale non ha retto, annunciando la presentazione del conto per i disagi patiti a causa degli errori nella gestione informatica dei versamenti. Determinato a chiedere il risarcimento del danno, ha inviato, tramite l’avvocato Marco Mora, la relativa richiesta all’Inps. E la situazione, sul piano dei rapporti burocrazia-cittadino, è degenerata.

La risposta dell’Istituto, invece di essere improntata alle scuse, ha avuto il sapore della sfida, là dove l’amministrazione si diceva “incuriosita dall’inedita vertenza”, invitava a “procedere senza indugio e a farne conoscere l’esito” (dell’azione, n.d.r.). Il Giudice di Pace Paolo Oneto, nel condannare l’Inps al risarcimento per danno da stress e al pagamento delle spese legali, ha sottolineato come sia assolutamente da stigmatizzare la missiva dell’Inps, "il cui contenuto non si addice né sposa i principi di collaborazione e trasparenza che dovrebbero caratterizzare l’operato dell’Istituto".

La condanna al risarcimento del danno nei confronti dell’Inps, alla fine della insolita vertenza giudiziaria, è stata tutto sommato mite: 200 euro più spese accessorie. Ma, sicuramente, costituisce un precedente importante, quanto meno alla Spezia, trattandosi della prima sentenza in materia di danni da stress provocati da indebite pretese della pubblica amminitrazione. Sullo sfondo, restano i dubbi: come è possibile perdere traccia dei versamenti previdenziali, del soggetto versante e quindi del beneficiario? In questo caso erano costituiti da poche centinaia di euro. In altri casi sono in gioco decine di migliaia di euro. E poi lo Stato non riesce a pagare le pensioni...

Corrado Ricci