Martedì 23 Aprile 2024

Lo scandalo dei pediatri, il gip rivela il sistema: "Medici assoldati dalle case farmaceutiche"

"Pur di lucrare benefici i sanitari finiscono per vendersi, o meglio svendersi". L’intrigo delle fatture false / REAZIONI SUL WEB: C'E' ANCHE CHI DIFENDE I PEDIATRI COINVOLTI / A PISA I PEDIATRI COINVOLTI SARANNO SOSPESI / LE INTERCETTAZIONI / I NOMI DEGLI ARRESTATI / ASL DI PISA, I MEDICI GIA' SOSTITUITI / ARRESTATI 12 PEDIATRI, TRA LORO DUE PRIMARI / IL VIDEO DELL'OPERAZIONE DEI NAS

MODELLO NATURALE Un gruppo di mamme che ha aderito al flash-mob per l’allattamento al seno

MODELLO NATURALE Un gruppo di mamme che ha aderito al flash-mob per l’allattamento al seno

Spezia, 23 novembre 2014 - NELL’ORDINANZA di custodia cautelare ai domiciliari per corruzione spiccata nei confronti di 12 medici pediatrici - fra cui il primario della Pediatria spezzina Stefano Parmigiani -, cinque informatori scientifici e un dirigente di azienda, al di là delle accuse mosse ad personam su circostanze specifiche, il gip di Pisa Guido Bufardeci usa parole forti sul fenomeno, parla di «sistema tristemente e pericolosamente diffuso a livello nazionale». Il sistema è quello dei benefit ai medici quale contropartita delle prestazioni assicurate: prescrizioni e consigli ai pazienti per l’uso di quel farmaco o prodotto. Come nel caso del latte in polvere alle mamme che hanno appena dato alla luce i loro figlioletti. Magari non come soluzione preferenziale, ma come opzione là dove l’allattamento materno, complici varie variabili (disagio psicologico delle donne, impegni di lavoro, ad esempio) diventano un problema per porgere il seno alla creatura.

Forse si collocano in questo contesto i consigli privati di Parmigiani alle mamme rispetto alle iniziative pubbliche per la promozione dell’allattamento al seno che lo hanno visto in prima linea. Facile immaginare che, diversamente, mamme ben disposte ad allattare dal seno non abbiamo sollevato obiezioni a fronte della sollecitazione all’uso del latte artificiale della Dmf (in luogo di altre marche) da parte del professore che in pubblico, promuoveva l’allattamento naturale, in ossequio alle direttive ministeriali. Sta di fatto che, al di là delle valutazioni riferite ai singoli casi attenzionati – con la differenza fra viaggi esotici, pacchi-dono e finanziamento di convegni medici quali premi ai sanitari-sponsor – il gip, ragionando sul fenomeno, usa parole pesanti, parlando di «prassi consolidata», alzando il livello di allarme sul sistema sanitario.

Il primario del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, Stefano Parmigiani

«Si assiste ad un vero e proprio assoldamento dei medici i quali finiscono per vendersi, o meglio svendersi, alle case farmaceutiche pur di lucrare benefici economici che possono variare da viaggio per loro o per i propri familiari in mete di piacere, attraverso simulate partecipazioni congressuali, regalie varie quali costosi elettrodomestici o contributi per allestimento di congressi». Quest’ultimo, come più volte ribadito, è il caso che ha travolto Parmigiani, chiamato a difendersi dall’accusa di concorso in corruzione insieme ai tre esponenti della Dmf (con sede legale a Limbiate) Michele Masini (responsabile nazionale, che definiva le strategie corruttive fissando i budget), Vincenzo Ruotolo (coordinatore degli informatori scientifici, che le traduceva le strategie in benefit) e Dario Boldrini (informatore scientifico, primo interfaccia con i medici, che ’trattava’). Il denaro per alimentare il sistema veniva creato, a sua volta, in maniera fraudolenta «attraverso - spiega il capitano dei Nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Livorno ennaro Riccardi - alla compiacenza di alcune agenzie di viaggio che fatturavano false spese per la partecipazione dei medici a congressi e corsi di aggiornamento anche internazionali e, tramite questa prassi, facevano ottenere un “buono” al singolo professionista che lo utilizzava per pagare viaggi di piacere per sé ed i propri familiari o per altre utilità. Il sistema emerso dalle indagini dei carabinieri dei Nas contemplava anche la verifica del rispetto dei patti da parte dei medici come conseguenza delle dazioni ottenute. Come? Dai dati di commercializzazione sui singoli territori Dmf riusciva a stabilire la quantità dei prodotti venduti dagli esercizi al dettaglio, con riferimento al codice di avviamento postale associato alle partite inviate nelle aree di distribuzione.