A 83 anni in solitaria alle Galapagos. Ecco l’impresa di Alex Carozzo

Lo storico-navigatore torna nel golfo per presentare la nuova avventura

Il navigatore solitario

Il navigatore solitario

Le Grazie, 5 settembre 2015 - IL RADUNO di barche d’epoca alle Grazie è anche un crocevia di incontri fra uomini e donne di mare, di personaggi, di storie, di progetti. Quest’anno la star è Alex Carozzo, 83 anni, uomo-chiave della storia delle navigazioni in solitario a vela, quelle con un valore aggiunto: effettuate su barche progettatee autocostruite. Non solo un grande marinaio. Ma inventore, sperimentatore, ingegnere di fatto e ancor prima filosofo dell’anticonsumismo che fa dell’arte di arrangiarsi il suo stile di vita e, all’età della maturità avanzata, il motore della sua nuova impresa: raggiungere le Galapagos con una barca di 9,6 metri, larga 4, autocostruita in compensato marino. «Lo so, sono un pazzo. Ma che ci posso fare. Non vedo l’ora di riprendere il mare dopo immani fatiche per realizzare, grazie al concorso di alcuni amici, l’ultima mia barca. Devo ancora darle un nome. Torno alle Grazie per presentare il progetto, confidando in sostegni». L’occasione è stata data dall’ingaggio su una barca che parteciperà alle regate, il Tabù di Sauro Rota, progettato da Franco Anselmi e Boretti e costruito al Cantiere Valdettaro nel 1969: imbarcazione avveniristica per i tempi, con l’albero rotante.

ALEX, genovese di origini ma residente fin da bambino a Venezia, torna alle Grazie dopo 45 anni, dall’epoca in cui, per circa un anno e mezzo, visse nel paese, alle prese, presso il cantiere Argo, col montaggio del motore sul Gancia Americano, col quale, unico italiano, partecipò alla Golden Globe, la madre di tutte le regate in solitario attorno al mondo che consacrò il mito di Bernard Moitessier e di Sir Robin Knox Johnston. La sua carriera è fatta di tanti primati: è stato il primo italiano ad attraversare in solitaria il Pacifico. Era il 1965 quando con il Golden Lion, un’imbarcazione di fortuna costruita a bordo di un mercantile americano durante i turni di riposo, attraversò il Pacifico dal Giappone alla California. E ancora: primo italiano a partecipare a una regata oceanica per multiscafi; primo ad attraversare l’Atlantico con un “topo”, imbarcazione tradizionale dell’Adriatico. Nel 1990 ha ripercorso la rotta di Colombo: 3800 miglia dalle Canarie a San Salvador a bordo di Zentime,scialuppa di salvataggio di 6 metri salvata dalla demolizione a Las Palmas e attrezzata a vela con pezzi recuperati, niente radio, niente tecnologia, solo un sestante e un fornelletto per scaldare l’acqua.

SCRITTORE, traduttore, amico di sir Francis Chichester, Carozzo ha appena varato il suo ultimo Golden Lion col quale vuole ripercorrere la rotta della nave idrografica Vettor Pisani che nel 1884 navigò nell’arcipelago delle Galapagos. Come è maturata l’idea? «Stavo guardando un portolano delle Galapagos e mi hanno colpito i nomi: Punta Lido, Punta Malamocco, Frangente degli Schiavoni. Mi sono chiesto il perché di quei nomi veneziani. C’è voluto un po’ di tempo e un bel po’ di ricerche per scoprire la storia della missione della Vettor Pisani, una corvetta a vapore veneziana che verso la fine del’Ottocento esplorò l’arcipelago. Mi è venuta l’idea di costruire una barca per ripercorrere quelle 6000 miglia da Venezia alle Galapagos. Mi sostengono alcuni amici, degni di citazione e gratitudine per le forniture: la ditta Bellotti per il legno, Giovanni Cariboni per l’albero, Marco Cecchi per colle e pitture». E così a 83 Alex è pronto a ripartire: dall’Atlantico al Pacifico, senza rincorrere alcun record, ma il solo piacere dell’andar per mare. Buon vento.

Corrado Ricci