Le meraviglie di una città

Anna Pucci

Anna Pucci

La Spezia, 1 settembre 2015 - E VOI, come vi sentite? Di mare o di Marina? O, piuttosto, vi sentite parte di una città che ha un’anima grande e multiforme, difficile da definire ma facile da amare? Le critiche, anche se non condivise, e le provocazioni, soprattutto se letterarie, vanno affrontate con lo spirito che richiedono: ironia ed autoironia, innanzitutto, e quel pizzico di umiltà che consenta a ciascuno di trarre spunti utili per crescere e migliorare, come territorio e come comunità che lo abita. Ben altro merita dure reazioni e severa indignazione. Ad esempio, le inefficienze che rendono difficile la vita quotidiana alle genti di Spezia e provincia, siano esse di mare, di Marina o di entroterra. Le strade interrotte da anni, i servizi pubblici quando ‘servono’ solo ad arrabbiarsi, una sanità non sempre all’altezza dei bisogni di chi in toto la paga, la violenza intollerabile che si subisce ogni volta che le condizioni esterne costringano ad aver paura ad uscire di casa la sera. E i problemi che si ripetono uguali anno dopo anno, ad esempio ad ogni nubifragio. Se si volesse racchiudere in una frase il migliore dei programmi politici e amministrativi, si potrebbe citare uno scrittore. Italo Calvino. Là dove dice: “D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Ecco, questo vale anche per la città che racchiude il Golfo come un’ostrica la sua perla.