Enel, via alla mobilità già nel 2016. Il ‘no’ dei sindacati: "Faremo muro"

Entro il 2017 il personale dovrebbe scendere da 214 a 150 unità

L’audizione in Consiglio

L’audizione in Consiglio

La Spezia, 30 luglio 2015 – Mentre il governo temporeggia sull’istituzione di un tavolo di confronto e l’azienda illustra programmi a lungo termine sulla riformulazione delle politiche energetiche nazionali, sul destino della centrale spezzina Enel vorrebbe passare in fretta dalle parole ai fatti. I numeri della ‘ricollocazione’ del personale prevista in considerazione della dismissione dei gruppi a metano sono già stati ‘snocciolati’ nel corso di un recente incontro con i sindacati. E la parola d’ordine è ‘sinergia’, espressione che cela la volontà aziendale di gestire in un’ottica unitaria il progressivo ridimensionamento dei due impianti liguri: quello spezzino e quello genovese, con conseguente attivazione di procedure di mobilità e temporanei trasferimenti a catena.

LA PRIMA centrale a chiudere sarà quella del capoluogo di Regione: 48mila metri quadrati di superficie in un’area demaniale portuale sulla quale insiste un impianto ormai datato e alimentato a carbone. A differenza di quanto previsto nel caso della centrale spezzina, per la quale l’autorizzazione ambientale non prescrive una data di cessazione dell’attività, per l’impianto genovese l’Aia indica la data del 2017 traguardo di ‘fine vita’. Entro la fine del 2017, quindi, l’organico passerà gradualmente dalle attuali 54 a 15 unità residue. Numeri incompatibili con un trend produttivo che dovrà comunque assicurare oltre duemila ore di funzionamento nel 2016 e altrettante nel 2017. Ecco spiegata, nell’ottica aziendale, l’esigenza di un ragionamento sinergico: il personale necessario a garantire il funzionamento dell’impianto genovese, sarà ‘pescato’ dalla centrale ‘Eugenio Montale’, il cui organico, nelle previsioni di riduzione formulate dall’azienda, dovrebbe passare entro la fine del 2017 da 214 a 150 dipendenti. Una riduzione, insomma, di oltre sessanta unità. «Nelle intenzioni dell’azienda – chiariscono i sindacati – la mobilità del personale spezzino dovrebbe scattare già a partire da gennaio 2016. Una prospettiva che noi stiamo cercando di contrastare e che non condividiamo».

IL TEMA sarà oggetto di un incontro con i vertici Enel previsto per il 22 settembre, al quale prenderanno parte anche i rappresentanti nazionali di Cgil, Cisl, Uil e Federenergia. In quell’occasione ci sarà un pressing sull’azienda affinché chiarisca definitivamente i numeri. Nel frattempo, martedì pomeriggio i segretari di categoria e i rappresentanti della Rsu, sono stati ascoltati, a palazzo civico, dai membri delle commissioni ambiente e lavoro. Un’audizione che si è svolta alla presenza dell’assessore Davide Natale e durante la quale i sindacati hanno chiesto al consiglio comunale «garanzie affinché vengano create le condizioni per impedire il disimpegno di Enel». Che significa, fuor di ‘metafora’, l’istituzione di un tavolo di confronto tra azienda, Governo, Regione ed enti locali; e rassicurazioni sulla continuità pro duttiva dell’impianto, cioè sull’impegno dell’azienda, qualora dovesse andare in porto la dismissione del carbone, a dirottare i propri investimenti sulle altre declinazioni del business energetico.

Roberta Della Maggesa