Castello San Giorgio, un regno di degrado: "Di notte è terra di nessuno, siringhe ovunque"

La rabbia dei residenti di via XXVII marzo: "Nessun controllo da parte dei vigili"

Siringhe al castello San Giorgio

Siringhe al castello San Giorgio

di SERENA VALECCHI

La Spezia, 4 marzo 2015 - DI GIORNO è una cartolina dove sullo sfondo si staglia il mare azzurro del golfo spezzino incorniciato da piante di ulivo, maestose palazzine liberty e giardini a terrazzo che colorano di verde quello specchio d’acqua cristallino. A rendere l’atmosfera ancora più suggestiva l’imponenza del Castello San Giorgio che con le sue fortificazioni abbraccia e sembra proteggere tutta l’area. In realtà quando cala la notte i sentieri tra via XXVII marzo e via XX settembre si trasformano in terra di nessuno; una terra in balia di tossici e personaggi poco raccomandabili che hanno ridotto la scalinata e i giardinetti circostanti in un ricettacolo di degrado, sporcizia e squallore. E soprattutto di pericolosità alle stelle. I vialetti sono disseminati di siringhe, lacci emostatici, bottiglie rotte, materassi, cartacce e indumenti stracciati: tracce inequivocabili che i balordi della città durante la notte si impossessano di quella zona rendendola una sorta di bronx a cielo aperto.

La punta dell’iceberg dello stato di abbandono degli ex vivai comunali è rappresentata dall’edificio nuovo di zecca, e di per sé anche bello essendo realizzato completamente in pietra, che si trova nel bel mezzo dei giardini, specularmente sotto al Castello. La struttura doveva diventare un punto di ristoro ma il progetto non ha mai preso il via. Lo spettacolo che si apre davanti agli occhi guardando all’interno della costruzione lascia sbigottiti: giacigli ricavati da porte buttate giù e da cartoni accatastati, pezzi di stoffe, centinaia di siringhe, molte col sangue, mozziconi di sigarette, escrementi, giornali. La quintessenza del degrado condensata in pochi metri quadrati; segno tangibile del passaggio costante di tossicodipendenti e clochard. Addirittura sul tetto della struttura i ragazzi ci giocano a pallone e ci vanno a prendere il sole. «È pericolosissimo – confessa sottovoce una pensionata quasi avesse paura a farsi sentire – . Se un bambino si avventura in questi giardini potrebbe anche toccare una siringa e infettarsi. Almeno potrebbero venire a toglierle». I residenti hanno paura; alcuni denunciano che da svariati mesi le loro auto sono nel mirino di «personaggi poco raccomandabili».

E la prova in pieno giorno è tangibile più che mai: sui marciapiedi di via XXVII marzo ci sono centinaia di ‘micro sfere’ verdi: altro non sono che vetri andati in mille pezzi. Un colpo secco ai finestrini e la mano ignota, «probabilmente di un tossico», incalzano gli abitanti della via, apre la portiera. Alla ricerca di cosa? Nient’altro che di qualche spicciolo. «Avevo l’autoradio in macchina e un trapano - attacca una residente -. Non hanno portato via nulla. Probabilmente era qualche drogato in astinenza che cercava dei soldi. Mi ha messo sotto sopra la vettura proprio per trovare qualche spicciolo. Ha aperto il cruscotto e frugato in tutti i pertugi». Gli abitanti di via XXVII marzo tuonano sul tema sicurezza, puntando il dito contro i vigili: «Di giorno li vediamo gironzolare solo per far multe, che fioccano a tutto spiano. La notte non si vede un’anima; non c’è una ronda; una pattuglia. Non ci sentiamo sicuri. E allora? A chi ci dobbiamo rivolgere?». «Un mese fa – racconta una signora che abita in una palazzina affianco al castello –, alle 2 di notte, mi svegliai di soprassalto per dei rumori che provenivano dal giardino. Mi affacciai alla finestra e intravidi due sagome, allora mi misi a gridare: ‘Cosa fate?’. Mio marito impaurito mi disse di non stare alla finestra ma di chiamare il 113. Ma non è tutto. Provate a parcheggiare nel cuore della notte in questa strada buia (quella sotto il Castello, ndr). Ci vuole coraggio, specie se una donna è sola». C’è anche chi addita l’ascensore in vetro che dal centro storico sale sino al castello: »Dovrebbero metterlo a pagamento. Così masnade di ragazzacci eviterebbero di salirci per gioco. Tempo fa avevano sputato sui tasti. Facendo pagare la salita, forse, sarebbe un deterrente per evitare i dispetti». E mentre i cittadini si sfogano, due persone con un fare sospetto si scambiano qualcosa tra i giardinetti. Droga? Chissà. E quando cala la notte il mare cristallino davanti al castello si trasforma in un oceano oscuro.