Minaccia la ex: "Ti lego e ti butto nella spazzatura"

La donna ha sopportato per mesi, poi ha raccontato il suo dramma alla polizia

Violenza sulle donne (foto d'archivio)

Violenza sulle donne (foto d'archivio)

La Spezia, 21 settembre 2016 - Aveva minacciato di morte la convivente con frasi del tipo: «Ti lego mani e piedi e ti getto nella spazzatura». Non voleva che stesse più in casa con lui, e quando aveva lasciato l’Italia per un certo periodo, aveva minacciato la donna dicendole che se fosse tornato e l’avesse ancora trovata nell’appartamento, le avrebbe procurato tagli nelle parti intime e l’avrebbe fatta morire piano piano. Ma oltre alle parole, l’uomo, sarebbe anche passato ai fatti, percuotendo frequentemente la convivente, dalla quale ha avuto anche una figlia.

SECONDO l’accusa l’avrebbe spintonata, dato delle pacche sul corpo, colpendola con schiaffi al volto e stringendole il collo. Oltre a riempirla di insulti ed epiteti irripetibili. Comportamenti che si sarebbero protratti dal dicembre 2013 fino al luglio 2014. Tra le varie aggressioni fisiche, proprio quella avvenuta il 13 luglio di due anni fa avrebbe causato alla donna un edema alla regione zigomatica sinistra e piccole ecchimosi sul collo, dalle quali era derivata una malattia e una incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per una settimana. La convivente, dopo aver sopportato, era andata a raccontare tutto alla polizia, fornendo anche i referti medici e sulla base del rapporto della questura, il pubblico ministero Claudia Merlino aveva aperto un fascicolo nei confronti del convivente. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Mario De Bellis ha rinviato a giudizio V. M., 31 anni (omettiamo il nome a tutela della minore), nato in Albania ma residente alla Spezia, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Maurizio Caporuscio.

L’ACCUSA è di maltrattamenti in famiglia in base all’articolo 572 del codice penale, lesioni personali (articolo 582) e anche violazione degli obblighi di assistenza (articolo 570). L’uomo, infatti, oltre a maltrattare e percuotere la convivente, dal dicembre 2013 avrebbe anche omesso di partecipare alle spese per il mantenimento della figlia minore che all’epoca aveva sei anni. E avrebbe fatto gravare il sostentamento unicamente sulla madre che si trova in disagiate condizioni economiche. L’uomo, difeso dall’avvocato Enrico Panetta che aveva chiesto al giudice di emettere una sentenza di non luogo a procedere, non era presente all’udienza e neppure la sua convivente. Dovrà comparire davanti al giudice monocratico Marinella Acerbi nell’udienza che è stata fissata il 22 dicembre prossimo.

Massimo Benedetti