Imbrattano le mura della chiesa. Indagati i baby vandali dell’Epifania

Uno di loro avrebbe minacciato un coetaneo per ottenere il silenzio

Carabinieri all'opera

Carabinieri all'opera

La Spezia, 18 luglio 2017 - Il più grande ha sedici anni, gli altri due ne hanno appena quindici e quattordici. Tutti spezzini. Sono loro, secondo la Procura del Tribunale per il minorenni di Genova, i colpevoli dell’imbrattamento a colpi di bomboletta spray ai danni della chiesa del ‘Sacro Cuore di Gesù’ di via XX Settembre, avvenuta lo scorso gennaio. Indagini lampo, facilitate dal quadro probatorio raccolto dai carabinieri, che già una settimana dopo la bravata li avevano identificati. Nei giorni scorsi, agli avvocati nominati dalle tre famiglie sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, che aprono alla possibilità, da parte dei tre giovani indagati, di presentarsi davanti al pm per spiegare le proprie ragioni, con la procura dei minori genovese che solo successivamente deciderà su un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio per i tre minorenni, indagati per deturpamento di cose altrui in concorso, e difesi dagli avvocati Gabriele Dallara, Matteo Vicini e Valerio Pisani.

L’episodio aveva avuto una forte eco in città, proprio per i danni provocati dalla bravata alla storica chiesa cittadina, ed era stato raccontato da La Nazione. Durante la sera del 6 gennaio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tre giovanissimi ‘armati’ di bombolette di vernice spray avevano imbrattato a più riprese le mura dell’edificio religioso, sporcato da simboli, alcune sigle e una frase, incisa con lo spray di colore nero. All’arrivo delle gazzelle dei carabinieri, allertate da alcuni residenti indispettiti per quanto stava accadendo all’edificio religioso, i giovani erano riusciti a fuggire, facendo perdere le loro tracce.

Forse credevano di averla fatta franca, ma così non è stato: i carabinieri, grazie alle testimonianze di alcuni residenti e con l’ausilio di alcune telecamere di videosorveglianza installate nelle vicinanze, sono riusciti a individuare i tre ragazzini, ai quali non è bastato coprirsi con il cappuccio di felpe e giubbini per non farsi riconoscere dalle tante telecamere disseminate nella zona. I tre minorenni dopo appena una settimana furono messi davanti alle proprie responsabilità. Sei mesi dopo, la procura del tribunale per i minorenni ha già chiuso le indagini, ‘ufficializzando’ anche la chiusura delle indagini preliminari di un altro procedimento, parallelo e connesso col primo, nei confronti di uno dei tre minori indagati, colpevole – secondo la magistratura – di percosse, lesioni e minacce ai danni di un coetaneo estraneo alla vicenda. Il minorenne infatti avrebbe minacciato la vittima dicendogli che se avesse fatto il suo nome ai carabinieri lo avrebbe picchiato; non solo: il giorno dopo le minacce, il minore sarebbe passato ai fatti, percuotendo il coetaneo e minacciandolo nuovamente; stessa scena il giorno successivo, quando sferrò un pugno all’occhio della vittima, provocandogli lesioni guaribili in cinque giorni.