Terapia antitumorale contestata dall’Asl, è guerra in tribunale

Scade l'ordinanza urgente che le garantiva i farmaci gratis. "Sono vittima di un'ingiustizia"

Giuseppe Billante

Giuseppe Billante

La Spezia, 19 agosto 2016 - DA UNA parte l’Asl, decisa a non somministrare più quei farmaci, considerati non adatti a soddisfare l’indicazione terapeutica autorizzata per quella malattia; dall’altra, una donna spezzina di 45 anni, che di quei farmaci ritiene di aver assoluta necessità per continuare a combattere il carcinoma midollare che l’affligge da tre anni. Un caso delicato che da anni anima le aule del tribunale spezzino, e che questa mattina rischia nuovamente di esplodere: per oggi, infatti, è prevista la somministrazione gratuita da parte dell’Asl della somatostatina e della sandostatina Lar, sostanze che permettono alla donna di stabilizzare la malattia e mantenere sotto controllo i gravi sintomi della patologia. Una somministrazione imposta negli ultimi due anni all’Asl da un giudice del tribunale spezzino, attraverso decreti d’urgenza richiesti dal legale della donna, Giuseppe Billante, i cui termini però sarebbero scaduti: motivo, questo, che potrebbe orientare l’Asl spezzina, dopo un consulto legale chiesto nel pomeriggio di ieri, a non consegnare oggi i farmaci alla donna. Posizione, questa, in linea con l’affondo legale portato avanti nei mesi scorsi dalla stessa azienda, con tanto di accertamento tecnico preventivo, per chiedere al giudice una sentenza nel merito della vicenda.

Al centro della contesa c’è la somatostatina, ormone cardine della terapia Di Bella che tanto aveva fatto discutere alla fine degli anni Novanta il mondo scientifico italiano, con tanto di sperimentazione ordinata dal ministero della Salute allora guidato da Rosy Bindi che ne sancì la sostanziale inefficacia terapeutica. Medicinali, quelli utilizzati dalla donna, molto costosi, e che comporterebbero per la 45enne spezzina una spesa di circa duemila euro al mese. Fino a oggi, i giudici hanno sempre emanato i provvedimenti d’urgenza richiesti dalla donna, sottolineando il diritto alla salute e a scegliere il quadro terapeutico più adatto alle sue esigenze: ma secondo l’azienda sanitaria, sia la somatostatina che la sandostatina Lar non rientrano tra i medicinali da impiegare nell’indicazione terapeutica autorizzata per la malattia in questione. Di diversa opinione la donna, che alla notizia del possibile stop all’erogazione dei farmaci, non lesina affondi. «Sono infuriata e seriamente preoccupata – spiega –. Stanno facendo di tutto per negarmi il diritto alla salute: per la mia patologia non esistono altre terapie se non quella che sto facendo. Lotterò con tutte le mie forze contro tutti i tentativi dell’Asl atti a non erogarmi la cura».

Matteo Marcello