Spezzino ucciso per rapina in un parcheggio in Nuova Zelanda / VIDEO

Aggredito in un parcheggio, è morto dopo tre giorni di agonia. L'ex moglie: "Sarà cremato e sepolto in Nuova Zelanda"

Il luogo del delitto (foto da www.nzherald.co.nz)

Il luogo del delitto (foto da www.nzherald.co.nz)

La Spezia, 27 marzo 2017 - Uno spezzino di 68 anni, Pierclaudio Raviola, è stato ucciso in Nuova Zelanda: il corpo dell'uomo era stato trovato in gravi condizioni in un parcheggio di Christchurch, una delle principali città neozelandesi, dove l'uomo si era trasferito da qualche anno. 

È morto dopo tre giorni di agonia, dopo essere stato malmenato e ridotto in fin di vita al culmine di una rapina, avvenuta nel parcheggio di un club. Pierclaudio Raviola, 65enne originario della Spezia, da oltre venti anni aveva scelto il Paese oceanico per rifarsi una vita. Ad ammazzarlo, secondo la polizia neozelandese, sarebbero state tre persone, già arrestate e accusate di omicidio: Deborah Jean Tihema, di 38 anni, Cyle Robert Jetson, di 20, e un sedicenne, dovranno comparire davanti alla Corte suprema il prossimo 12 aprile.

A Christchurch, terza città del Paese, da anni Raviola lavorava come autista di scuolabus. Prima ancora, agli inizi del nuovo millennio, aveva aperto un ristorante ad Auckland, chiuso poi qualche anno dopo per difficoltà finanziarie. «Erano gli anni dell'Americàs Cup, del Team New Zealand», ricordano commossi gli amici che in mattinata hanno appreso la notizia.

Alla Spezia il sessantenne era molto conosciuto. Era un assicuratore, un mestiere che aveva ereditato dal padre, era un grande appassionato di vela, ed era stato sposato con una nota avvocata, dal cui matrimonio era nato un figlio, oggi trentenne e residente nello spezzino.

In Nuova Zelanda aveva trovato la sua seconda patria, tanto da chiedere e ottenere la doppia cittadinanza. Una vita stroncata dal brutale pestaggio avvenuto giovedì scorso davanti al Sumner Surf Lifesaving, club della città dove Raviola viveva da almeno dieci anni. Aggredito a scopo di rapina: questa l'ipotesi finora più battuta dalla polizia neozelandese.

È stato un agente della polizia locale a ritrovare Raviola, ormai in fin di vita, all'interno del parcheggio del club. Aveva profonde ferite alla testa. Immediato il trasferimento in ospedale, dove l'uomo è stato anche operato e tenuto in coma farmacologico. Domenica, però, le condizioni si sono ulteriormente aggravate, fino a causare il decesso del sessantenne. Le indagini della polizia sono sfociate nell'arresto di tre persone, comparse proprio oggi davanti al giudice della Corte distrettuale di Christchurch. Il giudice Stephen ÒDriscoll ha confermato per i tre la custodia cautelare.

Le indagini però continuano, al fine di fare luce sull'esatta dinamica dell'accaduto. «Io e mio figlio siamo molto dispiaciuti per quanto accaduto a Pierclaudio, spero che venga fatta luce sulla vicenda e che emerga la verità», spiega l'ex moglie di Raviola, da ieri in stretto contatto con la Farnesina e l'ambasciata italiana a Wellington. Secondo le prime notizie l'aggressione risale a giovedì notte: Raviola è stato portato all'ospedale e operato, poi tenuto in coma farmacologico, ma purtroppo ieri si è spento. troppo gravi evidentemente le ferite alla testa. 

L'ex moglie, avvocato Angela Spieza, ha detto: «Abbiamo saputo telefonicamente dell'esistenza di uno scritto che avrebbe lasciato in merito alle sue ultime volontà di essere cremato e sepolto in Nuova Zelanda. Non lo abbiamo ancora, mio figlio ha detto che, se così riporta il documento, rispetterà le volontà paterne».

I tre accusati di rapina e omicidio sono comparsi oggi in tribunale. All'esterno del palazzo amici e parenti hanno manifestato, come riporta il sito del giornale Nzherald.com (VAI ALL'ARTICOLO).