Si appropria della Bmw dell’amico. Condannato a un anno e due mesi

Si era impegnato a vendere l’auto, invece l’ha usata per 20 mila km

PUBBLICO MINISTERO Alessandro Casseri

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La Spezia, 23 novembre 2016 - VATTI A FIDARE degli amici. O meglio, prima di giudicare amico un semplice conoscente, è meglio stare molto attenti. E’ l’amara constatazione di un quarantenne che abita a Santo Stefano, il quale si era fidato di un ‘amico’ per vendere la sua Bmw 320. Lui gli aveva detto di lavorare in un concessionario di auto di Avenza e che avrebbe provveduto a fargli fare un affare. Invece non solo non ha venduto la vettura, ma l’ha utilizzata percorrendo la bellezza di 20 mila chilometri in giro per l’Italia e accumulando pedaggi col telepass per un totale di 426 euro.

I due si erano conosciuti e si frequentavano in un giro di amici, pare anche con le famiglie. Il quarantenne si è fidato e ha consegnato la Bmw a Luca Tamani, 49 anni, nato a Reggio Emilia e residente a Carrodano.

Ieri il giudice Fabrizio Garofalo lo ha condannato a un anno e due mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 200 euro.

I fatti risalgono all’agosto 2011. Dopo pochi giorni da quando era entrato in possesso dell’auto, Tamani aveva chiamato il quarantenne comunicandogli che aveva già un cliente interessato ad acquistare l’auto per 16 mila euro. Però

erano trascorsi altri dieci giorni, senza che se ne facesse nulla. Ecco quindi spuntare un altro cliente che avrebbe pagato addirittura 18 mila euro, anche se c’era bisogno di più tempo perché doveva accedere a un finanziamento. Così erano passati altri giorni. Quando era arrivato il momento di concludere, Tamani aveva detto che doveva partire di corsa per Ancona perché sua figlia stava male. In pratica è trascorso un mese. Intanto il proprietario della Bmw si era accorto che il suo telepass era stato usato, addirittura in Puglia, mentre l’auto doveva essere ferma al concessionario. Allora è andato a sporgere denuncia alla polizia stradale di Brugnato, che ha cercato Tamani a casa a Carrodano, dove il padrone dell’auto era stato anche ospite, senza però trovarlo. Lui lo era venuto a sapere e aveva mandato un messaggio sul telefonino del 40enne: «Hai fatto uno sbaglio enorme». Era iniziata la caccia alla Bmw, poi rintracciata a Pontremoli durante un posto di blocco della polstrada. Quando il proprietario ne era tornato finalmente in possesso, alla fine di novembre, si era trovato con 20 mila chilometri in più e 426 euro di telepass da pagare.

LUCA Tamani è stato rinviato a giudizio per appropriazione indebita, minacce aggravate e l’ indebito utilizzo di apparecchi elettronici come recita l’articolo 55, comma 9, del decreto legislativo n. 231 del 21 novembre 2007 che punisce chi utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi.

IERI l’epilogo del processo. Il pubblico ministero Alessandro Casseri nella sua requisitoria ha chiesto due anni di reclusione. Tamani, difeso dall’avvocato Andrea Spartà, è stato condannato dal giudice Fabrizio Garofalo a un anno e due mesi per l’appropriazione indebita e l’ultilizzo del telepass, e a 200 euro di multa per le minacce che da aggravate sono state derubricate in semplici.

Massimo Benedetti