Sciacchetrà, produzione dimezzata, ma una grande annata per il ‘doc’

Cinque Terre, nell’ultima vendemmia ha primeggiato la qualità

La vendemmia sui pendii delle Cinque Terre

La vendemmia sui pendii delle Cinque Terre

Cinque Terre, 14 febbraio 2017 - Per alcuni produttori delle Cinque Terre, l’annata dello Sciacchetrà è stata sorprendente, per altri invece da scrivere nel libro nero. Matteo Bonanini, presidente della cooperativa sociale Cinque Terre che riunisce sui 180 soci viticoltori, non nasconde la sua amarezza nel costare quella che ritiene «una pessima annata»: in totale la cantina, che dal Groppo sovrasta il territorio comunale di Riomaggiore, ha prodotto 1.410 litri del prelibato passito, equivalenti a tremila bottiglie: «Mediamente in passato riuscivamo a produrre 6 o 7mila bottiglie» non esita a commentare.

Un calo di produzione anche per l’azienda agricola di Buranco, di Luigi Grillo, nel borgo di Monterosso: «Abbiamo prodotto 1200 bottiglie – spiega – ma generalmente, negli anni passati, traguardavamo le 1800, 2000. Ha piovuto tanto e il chicco non è stato generoso». La vendemmia 2016 è partita in anticipo: già nella prima settimana di settembre i viticoltori locali, oltre una ventina, sono stati impegnati a tagliare i grappoli d’uva dai vigneti sparsi sui tradizionali muretti a secco. Complice il bel tempo di luglio e di agosto che ha rinvigorito le vigne e fatto maturare le uve al punto giusto per ottenere una buona annata doc.

Ma per colpa della pioggia e della grandinata dei primi giorni di giugno dello scorso anno, che si è abbattuta nella zona di Riomaggiore, lo Sciacchetrà non è ai livelli degli scorsi anni. A patire maggiormente i danni del maltempo sono stati alcuni produttori locali, come Heydi Bonanini, che già nel 2016 aveva annunciato una perdita della produzione del 35%: in effetti è riuscito a produrre solamente un migliaio di bottiglie. Dimezzata la produzione dello Sciacchetrà anche per Luciano Capellini, titolare della cantina vinicola ‘Del vin Bun’ di Volastra, che sottolinea: «Nel 2015 la mia azienda ha prodotto 1200 bottiglie, l’anno scorso meno della metà: abbiamo puntato sul doc.

Il problema è che alle Cinque Terre ci sono pochi vigneti e nonostante i vari interventi di recupero, è difficile coltivare la terra: c’è chi ci offre la terra in donazione e chi, invece, per un ettaro spara cifre troppo onerose: per creare una vigna, in un ettaro di terreno, occorre sborsare sui 70 mila euro… spesso non conviene». A Vernazza, precisamente nella Cantina Cheo, di Bartolomeo Lercari, la situazione non sembra così drammatica: «L’anno scorso è stata una grande annata per la qualità dello Sciacchetrà: l’uva, messa in appassimento, era perfetta. Il libeccio ha fatto la sua parte, ma sono riuscito a produtte 600/700 bottiglie: per me, una buona produzione».