Rifiuti, indagini sul rogo. Attesa per le analisi Arpal

La Procura della repubblica ha aperto un fascicolo

In fiamme tonnellate di rifiuti

In fiamme tonnellate di rifiuti

La Spezia, 22 aprile 2017 -  LA PROCURA vuole vederci chiaro e apre un fascicolo sull’incendio che nella notte tra sabato e domenica ha colpito la Ferdeghini Ecologia di Cerri. L’indagine, coordinata dal procuratore capo Antonio Patrono, contempla il reato di incendio, ed è stata aperta contro ignoti. L’atto della magistratura arriva a seguito dell’informativa depositata dai Carabinieri forestali, che nella loro relazione, oltre a propendere per la matrice dolosa del rogo che ha bruciato tonnellate di rifiuti, hanno ipotizzato anche la presunta violazione delle autorizzazioni della Provincia da parte dell’azienda, nonché il reato di inquinamento ambientale, che dovrà essere però eventualmente sostenuto dalle analisi che la prossima settimana saranno consegnate da Arpal.

PROPRIO l’attesa dei risultati dei campionamenti effettuati dall’Arpal anche ieri ha portato tantissimi cittadini residenti nei comuni di Bolano, Follo e Vezzano a prendere d’assalto i telefoni del municipio, per chiedere informazioni sull’ordinanza, tuttora in vigore. Per ora, le uniche analisi disponibili sono quelle preliminari effettuate sull’acqua prelevata nelle vicinanze dell’azienda. «I primi risultati analitici hanno evidenziato, nelle acque campionate a valle dell’impianto e degli scarichi non regimati, elevati valori di Cod e la presenza di grassi-olii animali e vegetali, composti fenolici, Ipa» ha scritto l’Arpal nella relazione inviata giovedì ai sindaci. Un quadro più esaustivo si avrà solo quando saranno disponibili i risultati di tutte le analisi, comprese quelle sulla presenza di diossina.

NEL FRATTEMPO si stanno muovendo anche la Provincia e gli ambientalisti. L’ente di via Veneto, cui competono le autorizzazioni in materia, potrebbe effettuare un sopralluogo nell’azienda e attende la prossima settimana prima di prendere qualsiasi provvedimento. Gli attivisti di Legambiente invece si dicono pronti a dare battaglia. «Legambiente esprime la più profonda preoccupazione per quello che è successo, anche in relazione alla formazione di una nube contenente potenziali composti inquinanti, per la ricaduta al suolo degli stessi e alle conseguenze che possono essere state arrecate alla salute dei cittadini – scrive Stefano Sarti –. La situazione di quell’impianto era nota da tempo, come il locale comitato dei cittadini, assieme ai suoi avvocati ha sempre denunciato». Legambiente si farà parte attiva anche attraverso il proprio legale, Valentina Antonini, per comprendere la gravità e l’entità dei problemi dal punto di vista ambientale.

Matteo Marcello