Abusi sessuali e stalking sulla collega. L’ex direttore del Cnes a giudizio

Negli atti frasi choc. Il poliziotto: «Un complotto per farmi fuori»

Il direttore del Cnes Terracciano

Il direttore del Cnes Terracciano

La Spezia, 7 settembre 2016  - «Il calvario continua» ha bofonchiato all’uscita dell’udienza preliminare scrollando la testa. Qualcosa da dire? «Ora no; rispetto per le istituzioni inanzitutto. Ci sarà un processo. Verrà il momento della verità». Ugo Terracciano, ex comandante del Centro nautico e sommozzatori della Polizia di Stato, alle 15 di ieri, dopo un’estenuante udienza preliminare, è stato rinviato a giudizio dal gup Mario De Bellis: il 16 novembre prossimo dovrà difendersi in tribunale dalle accuse di violenza sessuale e stalking nei confronti di un’alta funzionaria sottoposta, poi promossa dirigente. Fino a l’ultimo, con le istanze difensive dell’avvocato Carlo Nannini, ha tentato di smontare le fondamenta dell’impianto accusatorio che poggiavano su una lettera anonima recapitata in Procura su varie questioni tribolate all’interno del Cnes. Questa fu presa seriamente in considerazione; il vaglio di attendibilità passò anche dalla funzionaria citata come oggetto delle avances proibite, quasi due anni dopo dai fatti.

E NERO su bianco, sui verbali, sono finite le frasi choc: «Se non vieni a letto con me rovino la tua carriera di m…, senza di me non vali un c…, non voglio possedere il tuo corpo, ma anche la tua anima», sono solo alcune delle espressioni che il sostituto procuratore Claudia Merlino, nel capo di imputazione, ha attribuito a Terracciano per effetto delle indagini della polizia giudiziaria presso la procura. All’ex direttore del Cnes è contestata anche una serie di palpeggiamenti. Nel marzo 2012, in alcune occasioni, avrebbe toccato la poliziotta,;nel giugno dello stesso anno invece sarebbe entrato nel suo ufficio, cogliendola di sorpresa, l’avrebbe «afferrata... palpeggiandola, abbracciandola e avvicinando la sua bocca» fino a toccare quella della vittima. Il pm Merlino sostiene che, poi, l’uomo l’avrebbe trattenuta per un braccio, tentando di impedire che uscisse dalla stanza.

NEL CAPO di imputazione si fa riferimento anche alla serie di condotte, che hanno portato il magistrato a formalizzare un’accusa di stalking. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, la vittima, assistita dall’avvocato Alessandro Civitillo, avrebbe respinto con fermezza le avances del superiore: Terraciano, a quel punto, l’avrebbe esautorata, sollevata dagli incarichi, affidando questi a poliziotti di grado inferiore. La ricostruzione degli ufficiali della squadra di pg della Polizia, ha portato il pm Merlino a sostenere che Terracciano umiliasse la vittima, «emarginandola, vietando agli ispettori di rivolgersi a lei, ignorandola durante le riunioni con i vari responsabili degli uffici». L’ultimo dispetto, sarebbe consistito in una segnalazione al Ministero degli Interni per «refrattarietà rispetto alle regole della leale collaborazione». Una segnalazione sfociata poi in un decreto di trasferimento per la vittima, che nell’estate del 2013 aveva lasciato la caserma del Cnes. Proprio all’offensiva intrapresa contro la sottoposta per le irregolarita amministrative da lui prospettate al Ministero, Terracciano riconduce la rivalsa di lei «a suon di menzogne», nell’ambito di un complotto a più ampio raggio ai suoi danni. Ma intanto il 16 novembre prossimo dovrà difendersi in tribunale.

Corrado Ricci