Pedofilia, madre-coraggio: 'Controllate le chat dei figli: così ho scoperto la violenza'

Parla la madre che ha scoperto l’adescamento su Facebook. L’orco condannato a 8 anni

Con il Covid il disagio è aumentato

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La Spezia, 14 gennaio 2017 - «Al pensiero di quelle frasi criptiche ed esplicite scritte dal pedofilo all’indirizzo di mio figlio chattando via Facebook ancora mi vengono i brividi...». Maria (nome di fantasia a tutela dell’anonimato del figlio) è la mamma del ragazzino che finì nelle grinfie dell’orco e che riuscì a stroncare il patto che si era generato tra loro: giochi sessuali in cambio di marijuana. «La chiamava caramella, quel bastardo... Ma, per il suo incedere spinto, ci voleva poco a capire che non di una sostanza innocua si trattava».

Cuore di mamma...

«E, anche, determinazione a capire le relazioni che andava coltivando via Facebook mio figlio. Misi gli occhi sul suo profilo... e, lo dimostra il processo, feci bene».

Come accadde?

«A dire il vero l’opportunità me la diede mio figlio: mi chiese lo smartphone personale per entrare in Internet perché il suo cellulare era scarico. Glielo diedi. E quando lui me lo riconsegnò andai a verificare navigazioni e contatti intrattenuti. Si era dimenticato, ma credo lo abbia fatto volutamente per indurmi a capire in che guai si era cacciato, di sconnettersi. Realizzai...».

E poi?

«Feci denuncia alla squadra mobile che avviò le indagini; scattò la tutela dei servizi sociali e del Sert per aiutare mio figlio a tornare quello che era; mi affidai legalmente all’avvocato Matteo Vicini; il Tribunale ieri ha messo il sigillo ad una vicenda umana e giudiziaria amara ma conclusasi felicemente. Una bella prova di funzionamento dello Stato nelle sue articolazioni... Ringrazio tutti coloro che sono stati al nostro fianco».

Consigli alle mamme?

«Non fatevi scrupolo a verificare l’attività dei vostri figli su Internet, recuperate le loro password per accedere alle chat... L’insidia è in agguato...».

C.R.