Muore paziente, sei medici indagati

Malore fatale dopo l’operazione all’anca al Sant’Andrea. L’ipotesi è omicidio colposo

Una sala operatoria (foto d’archivio)

Una sala operatoria (foto d’archivio)

La Spezia, 10 settembre 2016 - Dopo l’operazione chirurgica non avrebbero disposto il trasferimento della paziente in terapia intensiva, favorendo l’insorgere di complicazioni che, in breve tempo, ne avrebbero poi causato la morte. E’ un'accusa pesante, quella mossa dal pubblico ministero Maurizio Caporuscio a sei medici della struttura complessa di Ortopedia del Sant’Andrea della Spezia, tutti indagati per omicidio colposo. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato all’attuale primario del reparto, Alberto Sancin, 54 anni, ai medici chirurghi Dino Falugiani e Rossella Buratti, di 60 e 56 anni, e agli allora medici di reparto: Alberto Eminente, 51 anni; Andrea Maccari, 42 anni, e Rosario Passalacqua, di 54 anni. L’episodio messo sotto la lente dalla Procura riguarda il decesso di una donna di 68 anni, morta nel novembre di tre anni fa nel reparto di rianimazione del Sant’Andrea, a seguito di complicazioni post operatorie. La donna si era recata nel nosocomio cittadino il 15 novembre, a seguito di una caduta accidentale tra le mura domestiche. La sessantenne, che nella caduta si era procurata la frattura del collo del femore sinistro, fu operata il giorno successivo.

L'intervento chirurgico di artroprotesi all’anca sinistra non destò preoccupazioni, ma due giorni più tardi la donna, già affetta da un’epatopatia cronica, fu vittima di uno scompenso metabolico che ne causò la morte, avvenuta il 21 novembre nonostante il trasferimento in rianimazione e il disperato tentativo di salvarle la vita da parte dei medici. A innescare le indagini è stato il marito della donna. L’uomo, dopo aver recuperato la cartella medica e raccolto ogni dato sanitario della moglie, nell’estate del 2014 ha commissionato una consulenza a un medico legale. Quanto emerso dall’analisi dello specialista ha convinto l’uomo a bussare alle porte della magistratura spezzina, affidandosi all’avvocato Valentina Antonini per denunciare l’episodio.

Il sostituto procuratore Maurizio Caporuscio nei giorni scorsi ha chiuso le indagini, individuando nei sei medici precisi addebiti: secondo il magistrato, sia i tre medici chirurghi che effettuarono l’intervento, sia i medici addetti al reparto che assistettero la donna, dopo l’intervento chirurgico avrebbero dovuto «trasferire tempestivamente» la sessantenne in terapia intensiva, anche a scopo cautelativo, in ragione dell’epatopatia cronica della donna. Secondo la procura, in questo modo sarebbe stato possibile praticarle il necessario trattamento di terapia intensiva. Il mancato trasferimento in reparto, secondo Caporuscio, avrebbe favorito lo scompenso metabolico acuto che ha causato la morte della paziente.