"Una tassa di sbarco per la Palmaria", ma è subito rivolta

La Pro Loco spinge per il balzello, ma le prime reazioni sono negative

Un giro in battello alla Palmaria, a Portovenere, Lerici e alle Cinque Terre il giorno di Ferragosto

Un giro in battello alla Palmaria, a Portovenere, Lerici e alle Cinque Terre il giorno di Ferragosto

La Spezia, 26 febbraio 2017 - Mentre il tortuoso percorso per la valorizzazione dell’isola Palmaria approda alla svolta dell’investitura dell’architetto Adreas Kipar a svolgere le funzioni di "advisor" per definire scenari di intervento e masterplan tesi ad allettare (indirizzandoli nel rispetto della natura) gli investimenti privati per il recupero edilizio dei beni dismessi dalla Marina Militare, si riaccendono i riflettori sulla tassa di sbarco sulle isole minori. Il balzello - funzionale a permettere ai Comuni che le ricomprendono di fare cassa per finanziare interventi mirati di salvaguardia ambientale, smaltimento rifiuti, turismo, cultura, polizia locale e mobilità - è stato rilanciato due giorni fa dal cosiddetto decreto Milleproroghe licenziato dalla Camera dei Deputati, che ne ha fissato il limite massimo a 2,5 euro, in connessione al ’collegato ambientale’, lo strumento legislativo che mette al centro la salvaguardia ambientale, alla cui stesura ha lavorato il senatore spezzino Massimo Caleo. Sì, 2,5 euro a cranio, per sbarco. Ma con importi (al ribasso) da modulare in appositi regolamenti comunali, con previsione di esclusione dai pagamenti ai residenti e agevolazioni per gli accessi ricorrenti; il tutto con funzioni di sostituto d’imposta il capo ai vettori di trasporto, chiamati a girare il tesoretto ai Comuni.

Il sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani è tranchant: "Nessuna stangata per accedere alla Palmaria".

Ma la neonata Pro Loco insiste, intravvedendo nell’introduzione della tassa un’opportunità per corrispondere ai desiderata degli isolani. "Vivere sull’isola è duro", dice il presidente Mauro Toselli.

"Un riparo dalle intemperie quando si aspetta il barcaiolo; un servizio di Pronto Soccorso; un vigile durante l’estate; un pontile per i residenti e approdi riservati a Porto Venere; bagni pubblici al Terrizzo (i turisti defecano nei sentieri...)". "Visto che il Comune sostiene di non avere risorse per investire in questi servizi essenziali... sarebbe un’opportunità per cominciare".

Facciamo qualche calcolo a spanne, al netto delle problematiche d’incasso. Quanti sbarchi all’anno?

"Circa 360mila, di cui 300mila dal fronte degli habituè che, seppur non residenti, d’estate ci sono ogni giorno".

A suo avviso quanto dovrebbero pagare a sbarco?

"Direi 50 centesimi a viaggio di andata e ritorno".

Un tesoretto da 150mila euro...

"A cui andrebbe ad aggiungersi il provento derivante dagli sbarchi spot che, a mio avviso, lungi dall’applicare il tetto massimo previsto dalla legge, potrebbero essere tassati con un euro; risultato 60mila euro. Totale 210mila...".

Corrado Ricci