Due mariti in due anni: la scoprono. Cinquantenne indagata per bigamia

Il difensore chiede una perizia sulla capacità di intendere e volere

Matrimonio

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La Spezia, 3 dicembre 2016 -  NONOSTANTE fosse ancora coniugata con un tunisino sposato appena l’anno prima, è convolata nuovamente a nozze con un altro nordafricano, presentando poi istanze al Comune per la residenza e al Commissariato per ottenere il permesso di soggiorno per motivi famigliari. Due mariti in due anni, che per una donna cinquantenne residente a Sarzana hanno comportato non solo l’avviso di garanzia per bigamia, ma anche il processo, scattato ieri davanti al giudice Fabrizio Garofalo, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La donna è assistita dall’avvocato Valeria Orlandi, che ieri in occasione della prima udienza ha chiesto e ottenuto dal giudice monocratico il rito abbreviato condizionato alla realizzazione di una perizia psichiatria sull’imputata, nella convinzione che la donna non si rendesse conto di ciò che stava facendo, e che in questo modo sarebbe stata ‘utilizzata’ dal nordafricano per l’ottenimento del permesso di soggiorno.

L’EPISODIO è avvenuto nel marzo dello scorso anno, quando la donna si è presentata dapprima in municipio e poi nel commissariato di Polizia per avanzare una richiesta di rilascio del permesso di soggiorno per l’uomo sposato un mese prima in Tunisia, di 25 anni. La donna non aveva esitato a indicare nell’autocertificazione presentata agli agenti che il nucleo famigliare era formato da due persone: lei e l’uomo sposato il 7 febbraio 2015. Una ‘mossa’ che ha insospettito sia le dipendenti dell’ufficio comunale anagrafe e stato civile, sia i poliziotti, cui è bastato controllare nel database per verificare che la donna, appena l’anno prima, il 2 gennaio 2014, si era unita in matrimonio con un altro tunisino. Da qui le indagini poi sfociate nel decreto di citazione a giudizio vergato dal pubblico ministero Luca Monteverde, con la cinquantenne sarzanese che, oltre ad essere indagata per il reato di bigamia, è finita davanti al giudice per il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina e per aver realizzato la falsa certificazione con l’obiettivo di nascondere il matrimonio contratto in precedenza. L’avvocato Valeria Orlandi, su richiesta della propria assistita, in attesa della nomina del perito che dovrà stabilire se la donna fosse o meno incapace di intendere e volere, proprio in questi giorni ha presentato in tribunale una richiesta di separazione per uno dei due matrimoni contratti.