"Ho sparato a mia moglie per colpa dei ladri"

Nostra intervista all'ex incursore della Marina che ha ferito la moglie: "Siamo esasperati dai continui assalti alle nostre case"

REPARTO Antonio Trogu  davanti al Sant’Andrea dove è ricoverata la moglie

REPARTO Antonio Trogu davanti al Sant’Andrea dove è ricoverata la moglie

La Spezia, 14 settembre 2016  -  PASSEGGIA nervosamente tra i viali del Sant’Andrea, in attesa di poter vedere la moglie. Non si dà pace, Antonio Trogu, l’ex ufficiale del Comsubin che all’alba di domenica ha sparato alla moglie, dopo averla scambiata per un ladro. L’episodio è avvenuto nella villetta di via Fabiano a Giucano: le condizioni della donna, operata d’urgenza alla spalla per ridurre la lacerazione all’arteria omerale provocata dal proiettile calibro 357 sparato dalla pistola del marito, sono in netto miglioramento, tanto da essere dichiarata fuori pericolo ed essere trasferita, nel pomeriggio di ieri, dal reparto di rianimazione a quello di chirurgia. «Sta bene, ed è la cosa più importante» esordisce all’uscita del reparto l’uomo, che poi racconta quei tragici istanti di domenica. «Non pensavo fosse lei, pensavo fosse un ladro – afferma Trogu con la voce strozzata –. Sono andato a letto alle 4, a causa del caldo: lei dormiva, e come sempre l’ho accarezzata prima di coricarmi. Poco dopo si è alzata ed è uscita per andare a giocare col gatto, ma io non mi sono accorto di nulla, tanto che, quando ho sentito sbattere la portafinestra, mi sono alzato per prendere la pistola dal comodino e le ho detto «chiama i carabinieri», convinto che stesse ancora dormendo accanto a me».

L’UOMO, dopo aver impugnato l’arma, si è diretto in cucina. Ha urlato, preso la mira e sparato un colpo. «Era buio, non si vedeva nulla. Ho gridato «cosa fai dentro casa degli altri!» e ho sparato mirando il muro, per fare rumore. Invece, ho colpito la mia compagna, che stava rientrando: quando ha sentito le mie urla, non ha risposto perchè pensava che stessi sognando, ed è entrata in casa. Se solo mi avesse detto ‘sono io’..». Non è la prima volta che l’ex ufficiale del Comsubin, che per anni ha guidato la scuola degli incursori al Varignano, impugna l’arma allo scopo di difendere la propria abitazione dai ladri.

«E’ GIÀ successo una volta, i ladri scapparono. – racconta – Una volta invece ce li siamo trovati davanti alla finestra. Da queste parti purtroppo è così: tutte le sante notti c’è qualcuno che prova ad entrare nelle abitazioni. E’ una situazione che fa nascere in tutti noi uno stato di nervosismo pazzesco, non si può andare a letto tranquilli, c’è sempre qualcuno che gira attorno alla tua casa per tentare di rubare. La pistola nel comodino? Se arrivano i ladri, come ci si può difendere tempestivamente?».

Matteo Marcello