Gambe, testa, fatica e tanto cuore: Andrea ‘morde’ la Grande Mela

Un atleta spezzino alla maratona di New York

Andrea Zangani

Andrea Zangani

La Spezia, 21 novembre 2016  - La fatica nelle gambe, l’ansia dell’attesa, il volo del ritorno, il jet lag sono ormai cosa del passato. L’emozione che lo ha accompagnato durante i 42 chilometri più famosi del mondo, invece, c’è ancora tutta, intatta e fino in fondo al cuore. Lo spezzino Andrea Zangani racconta la sua esperienza indimenticabile alla maratona di New York: un traguardo che ha tagliato, e non solo fisicamente, dopo un anno di allenamenti, imprevisti e aspettative. «L’idea – racconta – è nata nel 2015: con un gruppo di amici, ci siamo detti, perché non provarci? Quindi, ci siamo iscritti e subito dopo ho contattato il preparatore atletico lericino Enrico Fiore, per farmi seguire in modo da arrivare alla condizione ideale…io che non riuscivo a correre più di 20 minuti senza avere il fiatone!».

Nonostante non avesse mai preso parte a maratone ufficiali in Italia, con una tabella di marcia serrata, falcata dopo falcata Zangani – iscritto all’Asd Atletica Spezia Duferco Carispezia – è arrivato pronto all’appuntamento: «Mi sono dovuto fermare per alcuni acciacchi, ma non ho mai gettato la spugna: dal Mirabello al Molo, fino ad arrivare a Porto Venere e ritornare in città, con la salita del Cavo che ti sega le gambe, sono sempre andato avanti: ti svegli alle quattro, ti alleni al freddo, al caldo, quando sei in vacanza».

Un gioco duro, ma che è valso la candela: il premio è far parte di quel cuore palpitante formato da 60mila podisti, che si è snodato anche quest’anno fra Staten Island, Brooklyn, Queens, Manhattan e il Bronx. «La maratona della Grande Mela non è solo sport – spiega Zangani – : è gioia continua, è un evento, è un’esperienza. Non senti la fatica, ma godi di ogni cosa intorno a te: i paesaggi, il calore dei newyorkesi, l’atmosfera di festa. C’è chi ti incoraggia, chi ti dà le caramelle, chi ti ‘batte il cinque’, e poi c’è anche l’aspetto sociale: il poter donare il tuoi indumenti di gara alle associazioni dei senzatetto, una tradizione consolidata da anni, che è continuata anche in questa 40° edizione».

Lo spezzino, che è volato negli Stati Uniti con la compagna Eva Di Palma e si è messo in gioco insieme ai concittadini Gherardo Parentini e Andrea Monselesan, ha chiuso in 4 ore, 45’40’’, classificandosi in 30.837esima posizione e guadagnando così l’onore di vedere il proprio nome nelle pagine del prestigioso New York Times, che segnala tutti gli atleti sotto le 5 ore. Impossibile raccontare tutte le curiosità e i ricordi che rimangono impressi durante un’esperienza come questa, e rendono magici anche i giorni successivi alla competizione: «tutti i partecipanti girano con la medaglia al collo, vengono fermati e ricevono attestati di stima e congratulazioni». Pronto per correre anche il prossimo anno? «A dire il vero, non so: l’emozione che ti dà la prima maratona, penso non possa dartela una seconda. Ma se avete una minima idea di iscrivervi, andate: non importa quanto ci metterete, perché questo è un evento senza eguali».