Sequestro-bis, mai più dragaggi colabrodo

La Procura rilancia, Legambiente plaude

Forestale e Guardia costiera in porto (foto Frascatore)

Forestale e Guardia costiera in porto (foto Frascatore)

La Spezia, 24 febbraio 2017 – La querelle delle gonne in libertà durante i dragaggi in fregio al molo Garibaldi e sul lato est del molo Fornelli - con conseguente dispersione di fango per il venire meno dell’effetto barriera - torna ad imporsi nel futuro del porto: mai più dragaggi colabrodo. Il monito arriva dal sequestro bis dei fondali. Ieri, infatti, il personale del Gruppo Carabinieri-Forestale della Spezia e della Capitaneria di Porto, facendo seguito all’annullamento, da parte della Corte di Cassazione, del dissequestro a suo tempo disposto dal Tribunale del riesame, ha provveduto a sequestrare nuovamente, la porzione di fondale antistante il molo Fornelli e il relativo cantiere dei lavori, fermo da un anno (nonostante il dissequestro di allora) per effetto del contenzioso apertosi tra Ap e ditta esecutrice del dragaggio, la Nuova Coedemar: l’ente del via del Molo è prossimo a rescindere il contratto. La storia viene da lontano. Nel gennaio 2016, il pm Luca Monteverde aveva disposto il sequestro in questione, confermato dal gip, ritenendo che le operazioni – in violazione delle prescrizioni che imponenvano l’ancoraggio al fondo delle panne-barriera – avessero cagionato un deterioramento e una compromissione significativa delle acque della rada interna, effetti penalmente perseguibili ai sensi della nuova legge sugli ecoreati.

Nel 2015 (quando ancora la legge non esisteva) si era registrata, in concomitanza con gli analoghi presso il molo Garibaldi sotto il pressing degli arrivi delle navi da crociera, una morìa di mitili ’soffocati’ dal fango, conseguenza, secondo i mitilicoltori, del dragaggio mal eseguito. Il Tribunale del riesame aveva annullato il sequestro preventivo del molo Fornelli alla fine di gennaio 2016, ritenendo esistenti le violazioni alle prescrizioni progettuali, ma ritenendo insufficienti le prove del reato di inquinamento ambientale. A seguito dell’impugnazione del dissequestro da parte del pm Monteverde, la Cassazione, lo scorso settembre, aveva annullato l’ordinanza di dissequestro riconoscendo il fumus dell’inquinamento ambientale, rinviando ad un nuovo Tribunale del riesame il vaglio degli atti, con la lente del principio interpretativo della norma fissato dalla suprema corte. Il verdetto era stato conseguente: sequestro legittimo, da riattivare. Quello che è accaduto. «Siamo confortati dall’azione della Procura, che ora potrà completare con la dovuta accuratezza e serenità le indagini relative alla fuoriuscita di fango durante le operazioni di dragaggio» dice Legambiente, che presentò un esposto per disastro ambientale.

Corrado Ricci