Bambino sottoposto a visita in ambulatorio pediatrico (foto di repertorio)
La Spezia, 5 dicembre 2016 - SALVATO grazie alla prontezza dei medici del pronto soccorso pediatrico che hanno subito raccolto gli indizi di una reazione allergica e sono intervenuti tempestivamente. Steso sul lettino del Sant’Andrea, in comprensibile stato di agitazione e circondato dalla presenza affettuosa dei genitori, un bambino di soli tre anni, con una vistosa ferita al sopracciglio. Un taglio causato da una caduta accidentale. Inutile provare a medicarlo, non si sarebbe mai cicatrizzato da solo. Erano necessari alcuni punti di sutura. Il dolore, la paura, lo sguardo di un piccolo improvvisamente catapultato in un ambiente sconosciuto fatto di camici bianchi, arnesi, siringhe.
DA una parte la comprensibile eccitazione, dall’altra il bisogno dei sanitari di calmare il paziente per poter procedere il più rapidamente possibile. Come da prassi, si è pensato che la soluzione migliore fosse la sedazione: ovviamente non una vera e propria anestesia totale, ma neanche un intervento per la riduzione locale della sensibilità, considerato insufficiente. Il chirurgo ha richiesto espressamente una sedazione analgesica, la più praticata in casi di urgenza, soprattutto su minori. Ovviamente sono stati preventivamente consultati i familiari: il bambino - hanno testimoniato i genitori – non aveva mai avuto reazioni allergiche prima di allora. E così è stato fatto firmare il consenso informato e il medico ha iniziato a operare. Ma dopo pochi istanti, il bambino ha cominciato a manifestare i primi sintomi di una reazione allergica piuttosto violenta. La sedazione è stata immediatamente interrotta ed è subito stata somministrata adrenalina e poi antistaminico e cortisone. Una terapia d’urto che ha dato gli effetti sperati. Quindi il chirurgo ha ultimato la sutura. Il bambino è stato tenuto sotto osservazione qualche ora e poi dimesso.