Autorevolezza per prevenire i reati. Le parole d’ordine dei Carabinieri

Sempre più serrata l’attività di controllo del territorio e per la sicurezza

La cerimonia nella caserma D'Acquisto

La cerimonia nella caserma D'Acquisto

La Spezia, 6 giugno 2017 - UMILTA’, coraggio e sacrificio. Mai semplice esercizio di forza muscolare ma, accanto alla severa repressione dei reati, anche capacità di prevenzione legata all’autorevolezza e alla credibilità di chi opera. Il colonnello Gianluca Valerio ha tratteggiato un affresco ampio nel discorso con cui ieri sera, nella caserma Salvo D’Acquisto di Migliarina, ha celebrato il 203° anniversario dell’Arma dei Carabinieri. Di fronte a una folta platea, costituita dalle massime autorità ma anche dai familiari dei militari, ha spiegato che i carabinieri «amano il territorio in cui prestano servizio» e per questo rappresentano un punto di riferimento centrale per la comunità.

COME significative novità dell’ultimo anno, Valerio ha citato l’integrazione nell’Arma dei “carabinieri per la forestale”, l’attivazione del numero unico per le emergenze 112 («passo importante per l’integrazione delle sale operative») e la sentenza del 4 aprile scorso con cui la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello di Genova nei confronti dei dieci imputati del procedimento “Maglio 3”, riponendo così al centro dell’attenzione il fenomeno della così detta “mafia silente” (in questo caso la ’ndrangheta) che può ben esistere anche al di fuori del territorio storico di riferimento (in questo caso la Calabria). Le indagini svolte localmente, soprattutto a Sarzana, ben dimostrano come «il carabiniere deve essere pronto a riconoscere cosa può far gola alla criminalità organizzata». Come parole chiave per tre macrosettori di azione, Valerio ha scelto ambiente, immigrazione e terrorismo. Fondamentale la tutela dell’ecosistema in un territorio di grandi bellezze naturali. Fondamentale l’azione di controllo e intelligence in un periodo storico segnato dal terrorismo che si connette in parte anche con l’immigrazione «senza però cadere – ha ammonito Valerio – in stereotipi razzisti non condidivisibili». Impegno per l’accoglienza, rispetto che chi si integra «ma esiste un problema clandestini e sono aumentate le espulsioni di persone socialmente pericolose soprattutto per reati contro il patrimonio e legati alla droga».

ELOQUENTI i dati dell’attività dell’ultimo anno. I reati per i quali ha proceduto l’Arma spezzina sono stati 5807, le persone arrestate 25 e quelle denunciate in stato di libertà 1538. I reati scoperti sono stati il 7% in più rispetto all’anno precedente. Ben 15.826 i servizi di pattuglia e perlustrazione effettuati dai vari comandi su tutto il territorio della provincia. Per la gente i carabinieri restano un riferimento centrale: 121. 800 le richieste di intervento al numero di emergenza 112. Fondamentale il ruolo del carabiniere di quartiere per il rapporto personale e diretto con il cittadino. Impegnativa anche l’attività di polizia giudiziaria che ha portato alla denuncia in stato di libertà di 40 persone ritenute responsabili di reati cosiddetti intrafamiliari. Massima attenzione al contrasto ai fenomeni di criminalità connessi allo sfruttamento del lavoro e ai controlli per il rispetto delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Non ultimo, i carabinieri spezzini, anche attraverso interventi nelle scuole, hanno dedicato tempo ed energie per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione dei reati. Obbiettivo: lo sviluppo di una più efficace cultura della legalità, soprattutto tra le giovani generazioni.