Uomo diventa donna. E l’anagrafe arriva prima dell'operazione

Sentenza pilota del tribunale della Spezia a favore di un transessuale: l'anagrafe cambia il genere prima che l'operazione sia avvenuta

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

La Spezia, 7i gennaio 2017 - Il suo volto, le forme corporee e le movenze sono quelle di una donna; al pari del sentire della psiche che per 30 anni ha lottato contro le emergenze sessuali maschili, avvertendole come un’incongruenza alle pulsioni del fisico. Gli attributi sono ancora quelli dell’uomo. Ma da alcuni giorni per l’anagrafe del Comune della Spezia lui è diventato... lei. E’ l’effetto di una sentenza pilota del Tribunale della Spezia in accoglimento del ricorso del trans. All’esito di una perizia psichiatrica e del percorso ormonale compiuto dall’uomo per cambiare sesso, il collegio presieduto dal dottor Francesco Sorrentino ha autorizzato l’esecuzione dell’operazione per l’adeguamento degli attributi sessuali ma, questa la notizia nella notizia, ha disposto che, ancor prima dell’effettuazione dell’intervento chirurgico, l’uomo potesse modificare la sua identità anagrafica. Cosa che è stata fatta. L’ancoraggio del provvedimento che apre il nuovo corso della giurisprudenza alla Spezia è data da una recente sentenza della Corte di Cassazione là dove «alla stregua di un’interpretazione costituzionalmente orientata» ha stabilito che «per ottenere la rettificazione del sesso dei registri dello stato civile deve ritenersi non obbligatorio l’intervento chirurgico demolitorio e/o modificatorio dei caratteri sessuali anatomici primari». Della serie: porte spalancate all’anagrafe ancor prima che in ospedale se il sentirsi donna si impone. Tesi sostenuta dall’avvocato Rosario Conte che ha elaborato il ricorso su mandato del trans.

AGLI ATTI della causa, nel caso specifico, è finita la relazione di uno psichiatra, il dottor Tognoni, che ha scritto: «Si evince che l’attore presenta una forte e permanente identificazione e senso di appartenenza alla sfera femminile, con nitidi percezione di sè come appartenente a tale sfera, in perfetta sintonia tra sentimenti, emozioni, sensazioni corporee e ideale dell’Io, rispetto al quale la connotazione maschile si pone come impedimento ad una completa realizzazione personale ed integrazione sociale personale e che questi è consapevolmente determinato all’adeguamento dei propri caratteri sessuali», spiega nella motivazione il giudice estensore Lucia Sebastiani. Anche l’aspetto fisico del ricorrente «depone - ha rilevato - nel senso del già irreversibile cambiamento». Ergo: «Può dunque ritenersi che l’attore abbia maturato una piena consapevolezza circa l’incongruenza del suo corpo e il vissuto d’identità come fino ad ora sperimentato così da permettergli di intraprendere, altrettanto consapevolmente, un progetto volto a ristabilire irreversibilmente uno stato di armonia tra soma e psiche nella percezione della propria appartenenza sessuale». Del resto il percorso psicoterapico seguito con costanza, le terapie ormonali praticate con successo e la matura gestione del disagio sociale conseguente a tale processo di cambiamento «confermano la necessità di una riassegnazione chirurgica di sesso». Con autorizzazione a passare prima dall’Anagrafe.

Corrado Ricci