Ruffini: «Chiedo scusa ai miei figli». Per l’autopsia fatale il trauma cranico

Il giudice convalida il fermo e dispone la custodia in carcere

I carabinieri di fronte alla palazzina in cui si è consumato il delitto

I carabinieri di fronte alla palazzina in cui si è consumato il delitto

La Spezia, 18 febbraio 2017 - L'avvocato difensore Salvatore Lupinacci non credeva ai suoi occhi dopo l’ultimo incontro con l’uxoridica. «In un giorno è come se fosse invecchiato dieci anni» spiega per dare il senso del mutamento di Loreno Ruffini, l’anziano 83enne, reoconfesso dell’uccisione della moglie Rosanna Fortunato, 77 anni, provato dalla tragedia, con un’unica richiesta al legale: «Dica ai miei figli che chiedo loro scusa. Ma che non me la sento ancora di vederli». Ieri, a meno 36 ore dall’interrogatorio investigativo condotto dal pm Maurizio Caporuscio, è comparso davanti al gip Mario De Bellis per il rituale della convalida del fermo. Ha parlato a monosillabi, profondamente provato, disperato, in un’alternanza di lacrime e singhiozzi. «Confermo tutto quanto ho già spiegato al pubblico ministero» si è limitato a dire. Il gip ne ha preso atto, ma qualche domanda l’ha fatta, per ricostruire movente e dinamica del delitto. «L’ho fatto per non farla soffrire; ho agito d’impulso dopo due notti insonni, poche ore dopo la notizia della perdita della commessa di lavoro in Tunisia. L’ho colpita alla testa tre volte, con un tagliere di legno. Poi l’ho riposta su un tappeto....».

IL GIP voleva sapere se è andato oltre, col proposito di soffocarla, vista la presenza del cuscino riposto sulla bocca. «Non ricordo. E’ possibile, ma non ricordo. Ricordo solo di averle alzato un braccio e che lo stesso, dopo averlo lasciato, è precipitato sul pavimento...Era morta...». Sulla dinamica del delitto ’parla’ l’autopsia, eseguita ieri dall’anatomopatologa Susanna Gamba: letale si è rivelato il trauma, al centro del cranio, inferto, con ogni probabilità, col primo colpo di tagliere. Meno profonde le fratture attigue, conseguenza degli altri colpi. Il sangue ha fatto il resto, incanalandosi nella trachea e finendo nei polmoni, impedendo la respirazione. Difficile, anche per questo, stabilire la portata dell’azione col cuscino, se sia stato usato per soffocare la donna. Di certo il pm non ha contestato l’aggravante della crudeltà. E’ atteso per oggi il nulla osta del magistrato per i funerali, che si svolgeranno in forma privata. Intanto Loreno Ruffini resta in carcere; non se la sente di vedere i figli e ha affidato all’avvocato il messaggio da veicolare loro: «Chiedo scusa».