Gli 'angeli' del freddo della Caritas in giro per raccogliere i senzatetto

Tutto pieno al dormitorio di Pegazzano. Gli ospiti sono quasi tutti spezzini

La Cittadella della pace

La Cittadella della pace

La Spezia, 13 gennaio 2017 -  Due storie differenti ma legate dallo stesso filo conduttore: la disperazione di non avere un tetto sotto il quale dormire, soprattutto in queste giornate di freddo intenso e, al contempo, il sollievo di aver trovato nel dormitorio della Caritas un punto di accoglienza e di ristoro. Antonino Salerno ha 25 anni. È di origini siciliane ma abita da 15 anni alla Spezia. Un anno e mezzo fa è morta sua madre, con il padre e il fratello non ha rapporti. Viveva in un appartamento in città, che ha dovuto abbandonare perché non ha un lavoro che gli consente di sostenere una locazione. È finito per strada, dormiva sui treni. «Non mi vergogno a stare qui, nei locali della Cittadella della pace. Si deve, piuttosto, vergognare chi ruba» non esita a commentare. È da un mese che si appoggia al dormitorio gestito dalla Caritas, diretta da don Luca Palei.

«Qui sto abbastanza bene, non mi lamento. Fuori c’è troppo freddo. Sono in lista per una casa popolare e spero, ancora, che il Comune mi dia una mano. L’anno scorso volevo incatenarmi davanti a palazzo civico, poi ho capito che non serve a nulla. Confido nel Signore» confessa il giovane. Roberto Ghilardi è, invece, uno spezzino di 59 anni. Ha lavorato per 33 anni a Fincantieri, dove qualche anno fa si è licenziato per scappare a Genova, con quella che era allora la sua compagna. Nel capoluogo ligure aveva aperto un bar, poi fallito. «All’improvviso – racconta – mi sono trovato senza niente. Ho iniziato a fare qualche lavoretto qua e là, finché mi sono trovato in mezzo alla strada. Con Antonino si andava a dormire sui treni, ma spesso venivamo pizzicati dal personale della Polfer che ci cacciava. Qui, alla Caritas, mi trovo bene». Antonino e Roberto sono due dei 46 ospiti del dormitorio della Cittadella della Pace. Un punto di riferimento per i senzatetto, per lo più spezzini, che in questi giorni di freddo hanno trovato in quella sede un letto e pasti caldi. Pasti che vengono offerti dai frati di Gaggiola.

«Normalmente – spiega don Luca Palei – i posti letto sono 25, ma li abbiamo incrementati per l’emergenza gelo. Ospitiamo uomini dai 40 ai 70 anni, molti dei quali sono stati a noi indirizzati dal pronto soccorso. Altri, invece, sono stati intercettati da un volontario, un ‘Angelo del freddo’, che ogni sera, con l’auto che gli abbiamo messo a disposizione, va in giro per la città, soprattutto nei posti dove di solito si rifugiano i senza dimora». Un pellegrinaggio della speranza per dare una mano a chi è meno fortunato.

Alla Cittadella della pace sono arrivate oltre 400 coperte da parte di spezzini con il cuore d’oro, ma anche tanti panettoni e biscotti per la prima colazione. «Il Papa – sottolinea don Palei – ha rivolto l’invito di tenere le porte aperte dei dormitori, soprattutto in questo periodo dell’anno. Abbiamo recepito il messaggio. A febbraio inaugureremo il nostro dormitorio, riqualificato, già attivo e ospitale per chi ne ha bisogno».