«Alleanza ampia e candidato autorevole. Così il centrosinistra può vincere ancora»

Intervista alla segretaria provinciale Federica Pecunia dopo la sfida del governatore. Per Toti "il centrodestra si prenderà La Spezia" / IL COMMENTO

Federica Pecunia

Federica Pecunia

La Spezia, 8 gennaio 2017 - GIOVANNI TOTI, presidente di Forza Italia della Regione Liguria, ne è certo: il centro destra si prenderà La Spezia e Ortonovo perché il Pd ha amministrato male. lo ha dichiarato ieri a “La Nazione”.

Che cosa risponde, al governatore della Liguria, la segretaria provinciale del Pd, Federica Pecunia?

«Gli rispondo così:La Spezia avrà un nuovo ospedale perché si sono battuti Comune e Regione amministrati da noi. Da quando governa Toti si sta tradendo l’idea di un Dea di II livello. La città ha conquistato nuovi spazi alla Marina e porteremo l’università nell’ex ospedale militare. Questa amministrazione ha salvato Acam; abbiamo l’azienda di trasporti ligure più efficiente e una banca che funziona. Con il completamento dei lavori del terzo lotto della Variante Aurelia avrà infrastrutture simili alle grandi città europee. Si è insediata una nuova grande azienda come la ASg di Malacalza, è stata governata la crisi e oggi eccellenze come Termomeccanica e Oto Melara sono più forti di prima. Siamo in testa alle classifiche sulla qualità della vita, balzati nell’ultimo anno dalla 70ª alla 32ª posizione. Il lavoro di questi anni porterà alla dismissione di Enel nel 2019 e lì avremo nuove aziende e posti di lavoro. Abbiamo riqualificato centro storico e periferie. In questi due anni non sono arrivati al comune capoluogo finanziamenti dalla Regione, abbiamo solo più tasse per i liguri e gli spezzini su sanità e rifiuti».

Il governatore afferma che la città annaspa e salva solo il porto: lei del porto che cosa pensa?

«Rispondo con i dati dell’economia ligure: di fronte a un’economia italiana che ancora fatica, ma dà timidi segnali di ripresa, l’ultimo trimestre della Regione ci consegna dati allarmanti. Un esempio: 14.000 posti di lavoro in meno per le donne liguri. Una tragedia. A La Spezia non sono tutte rose e fiori, ma la tenuta dell’economia portuale, delle aziende storiche, il rilancio dell’innovazione e il mantenimento dei servizi ci consegnano una città dinamica, che ha resistito alla crisi del 92/93 e alla recessione del 2008. Questo grazie alle amministrazioni di centro sinistra. Il porto e le sue attività hanno mantenuto un elevato livello di efficienza e competitività».

Waterfront: secondo Toti, troppi ostacoli lo hanno frenato. Il sindaco Federici ha ammesso che proprio il waterfront è un suo punto di rammarico. Che cosa potrà promettere il Pd in campagna elettorale su questo tema? 

«Chiedo a Toti: investirà i soldi per costruire il sottopasso di viale Italia, per evitare fratture tra città e waterfront? Quanti soldi potrà investirci? Forse le domande dovremmo farle noi dopo due anni di governo. Detto questo sul waterfront ripartiremo, perché grazie alla nuova guida della Ap e ad un ritrovato rapporto con il comune sarà la nostra priorità. Il ruolo di Toti dovrebbe essere quello di darci risposte non di porre domande».

Sinceramente, non pensa che alle prossime amministrative il Pd alla Spezia sia quanto meno a rischio di sconfitta?

«Il quadro è cambiato ovunque per effetto del tripolarismo e ogni città oggi è diventata contendibile. Ma credo che i dati ci conducano all’appuntamento elettorale con una città migliore di 10 anni fa, più forte, più dinamica e più laboriosa. Una città che sarà capace di porsi al centro delle politiche turistiche, come punto di riferimento per la ricerca, l’alta tecnologia e la formazione di altissimo livello. Una città che per seguire questa aspirazione ha voluto giocarsi le carte partendo dalla qualità di vita: riqualificazione, servizi, infrastrutture, cultura e tutela dell’ambiente. Ma la giunta Toti che non crea occupazione e taglia servizi sociali e sanità pensa a comprare un bell’ufficio in Piazza de Ferrari. C’è una bella differenza tra questo modo di vedere la città e quello del centro destra e gli spezzini lo sapranno capire».

Teme più il centro destra o i 5 Stelle? 

«Lo scenario politico è molto mutato e ogni città è diventata contendibile. Crediamo però che una coalizione ampia e una candidatura autorevole, partendo da ciò che è stato fatto siano gli ingredienti perché il centrosinistra possa vincere contro i populismi e la destra di Toti».

A quali alleanze state lavorando? 

«Credo in un centrosinistra aperto e plurale. Il Pd vuole dialogare con tutte le forze democratiche e costruire programmi e strategie per la campagna elettorale, non rinuncia all’unità della sinistra».

Sarà presto per parlare di candidature, ma forse è già tardi per parlare di metodo. Le farete le primarie per la scelta del candidato sindaco? 

«Le primarie sono il metodo naturale con cui il Pd sceglie i candidati. Se dentro gli organismi dovesse prevalere invece la volontà di procedere all’individuazione del candidato con un altro metodo, lo valuteremo. Siamo un partito con regole e democrazia interna per assumere decisioni unitarie condivise».

Avete in campo le autocandidature Mori e Goretta, al ministro Orlando non sarebbe dispiaciuta la Failla, spunta il nome di Merlo. Lei è la segretaria provinciale: chi e dove discute questi nomi?

«Premesso che al momento sono ricostruzioni giornalistiche, in alcuni casi completamente improbabili, da noi non decide il capo: decide una comunità di uomini e donne perché questa è la democrazia interna del Pd. Considero un bene che non ci sia un Toti o un Grillo di sinistra a dirci chi sarà il candidato. Saremo imperfetti, talvolta litigiosi,, ma siamo il Partito democratico e le scelte si compiono assieme guidate dall’amore per la città».