‘Cartellino rosso’ dell’Asl. Stop ai muscoli della diga di Ponente

Sospese raccolta e commercializzazione dei molluschi delle Grazie / "MUSCOLI DI LA SPEZIA REGOLARMENTE IN VENDITA" (LEGGI QUI)

Un vivaio del Golfo

Un vivaio del Golfo

La Spezia, 24 febbraio 2015 - Sospesa temporaneamente e in via cautelativa la raccolta, e quindi la commercializzazione, dei muscoli coltivati vicino alla diga interna di Ponente. L’ordinanza, firmata dal direttore della struttura complessa sicurezza alimentare dell’Asl spezzina, Mino Orlandi, si è fatta strada, nei giorni scorsi, sulla scia di un’anomala morìa dei mitili, negli allevamenti collocati in prossimità della diga interna di Ponente, non lontano dalle Grazie, segnalata il 9 febbraio dai mitilicoltori locali.

Una morìa che si attesta sul 20% del prodotto, andando decisamente controtendenza rispetto a quel 5% che normalmente si registra in questo periodo dell’anno. Mentre sono in corso le indagini sulle possibili cause, si è reso necessario un provvedimento cautelare di divieto di raccolta, ancorato sul fatto che al momento non è possibile escludere la presenza di contaminanti di origine fisica, biologica o chimica. I consumatori possono però stare tranquilli, perché dal momento della segnalazione da parte dei mitilicoltori spezzini alle autorità competenti, non è avvenuta alcuna commercializzazione dei molluschi.

Sono ancora in corso le uscite in mare dei tecnici Arpal, per rilevare campioni da esaminare in laboratorio. Personale specializzato che in due specifiche giornate, il 3 e il 4 febbraio, durante normali monitoraggi nel mare nostrano, hanno verificato, nei pressi della sonda fissa installata tra gli allevamenti, due serie di valori elevati di torbidità dell’acqua. «A oggi – precisa la direttrice dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure, Fabrizia Colonna – non abbiamo elementi precisi per definire la causa del fenomeno che ha interessato il tratto di mare a Ponente della diga, anche se non abbiamo riscontrato risultati anomali di tipo chimico».

Nessuna sostanza tossica, dunque, che abbia provocato la morìa dei muscoli, ma piuttosto, come precisa la Colonna, una serie di possibili concause dell’evento. Sotto i riflettori dell’Arpal, infatti, le attività di dragaggio, «che – spiega la Colonna – eseguite con il campo mobile risultano meno efficaci rispetto a quelle messe in atto in precedenza, con la struttura fissa. Per questo abbiamo consigliato all’Autorità portuale di rivedere le modalità delle operazioni». Dragaggio che comunque non sembra influire completamente sull’accaduto, visto che nella giornata del 4 febbraio, quando è stata riscontrato l’alto tasso di torbidità, non erano in corso attività di bonifica dei fondali. L’Arpal ha esaminato anche il numero delle navi in transito, che risultano in aumento rispetto agli anni passati, le correnti marine e la marea rossa di gennaio che da analisi di laboratorio non è stata considerata tossica, dunque nociva.

Nel mare del Golfo sono poi emerse chiazze giallastre, ma nessuna forma di inquinamento da idrocarburi. Diverse e differenti circostanze che, secondo la direttrice del centro ambientale spezzino, possono aver dato origine alla morìa dei muscoli. «Può darsi che si tratti di un effetto meccanico – conclude la Colonna – legato alla particolare tipologia di lavorazione, ma solo nei prossimi giorni avremmo un quadro maggiormente esplicativo». A breve verranno resi noti anche gli esami istologici, da parte dell’Asl, sui molluschi morti nei vivai.

Laura Provitina