‘La mia vita a Bruxelles, barricato in casa’. Il racconto di un universitario spezzino

Nicholas Lorenzo Pesci è il segretario della Gioventù Federalista Europea

TESTIMONE Nicholas Lorenzo Pesci

TESTIMONE Nicholas Lorenzo Pesci

La Spezia, 24 novembre 2015 - SI TROVA a Bruxelles per frequentare il primo anno dell’università, scelta perché «rappresenta il centro della vita politica dell’Europa», ed è alle prese in questi giorni con una situazione che mai avrebbe potuto immaginare. Nicholas Lorenzo Pesci, segretario della Gioventù Federalista Europea della Spezia, sta vivendo in prima persona le conseguenze della terribile ondata terroristica. Due giornate passate senza uscire da casa, per poi scendere velocemente nei negozi ieri, per procurarsi generi di prima necessità. Il giovane ex studente del liceo linguistico Mazzini, iscritto alla facoltà di scienze politiche all’università libera di Bruxelles, ha visto la capitale d’Europa cambiare volto: da «crogiolo di civiltà, carrefour di culture, lingue, esperienze, città che vibra» a coltre di grigiore e panico. «In questi giorni – racconta – e in particolare in questo weekend, ho visto Bruxelles mutare completamente. Dopo gli avvenimenti di Parigi la tensione è aumentata, si sente nell’aria. Il Governo ha emanato lo stato di allerta tre su quattro e nella notte di venerdì lo ha portato al grado massimo. Il primo ministro Charles Michel ha ordinato la chiusura di centri commerciali e negozi, ogni attività commerciale del centro si è fermata; è stato sconsigliato ai cittadini di frequentare i luoghi affollati e tutte le linee della metropolitana sono inattive».

UNO SCENARIO inedito per generazioni a cui guerre e attentati sono stati raccontati solo dai libri. Ora, invece, anche la “gioventù europea”, quella dei confini azzerati, del multilinguismo e dell’identità unitaria, scopre un mondo diverso: «Anche altri comuni di Bruxelles capitale – continua Pesci – hanno adottato misure simili; in città si vedono mezzi dell’esercito, soldati e polizia. I grandi avvenimenti sono stati annullati e le forze dell’ordine hanno perquisito diverse zone e eseguito arresti, che insieme agli interrogatori hanno consentito di definire le minacce possibili. Anche oggi (ieri per chi legge, ndr), la metropolitana è ferma, e l’università è chiusa. Siamo in attesa di sviluppi e di nuovi bollettini del Governo, anche se fortunatamente, nel mio quartiere si respira finalmente un’aria più distesa. Sul fronte dei media, mi ha colpito molto la risposta positiva alla richiesta dell’esecutivo di osservare il silenzio per non ostacolare le operazioni antiterrorismo». Sebbene il blitz di domenica abbia portato a risultati importanti, «questa settimana – conclude – non sarà assolutamente facile. Nella testa è normale che si presenti la paura, ma in questi momenti bisogna evitare di cadere in paranoia, bisogna lottare contro il terrore che il fondamentalismo vuole instillare nelle nostre menti».

Chiara Tenca